Quante volte ho dovuto assistere a discorsi, dove i commenti più frequenti erano: ….tanto è musica…..tu cosa insegni?…ahh! ….. vabbè, tanto non serve a nulla! ….tutti capaci di canticchiare qualche canzonetta, o fare quattro salti… sì certo, ma io ho la materia d’indirizzo! …allora, mi raccomando oggi pomeriggio le prove del coro, ok?….sì, ma non posso, perchè ho il recupero, il corso, l’help, l’ECDL, il FIRST e se non vado la profe mi ricatta ….e così via….
Fin dalle prime esperienze, mi sono trovato di fronte ad una situazione davvero difficile da tollerare (specie per il mio carattere), perchè ero chiamato da un lato a sensibilizzare alcune decine di studenti (cosa normale per tutti gli insegnanti), ma non pensavo dall’altro, di dovere “temere” specialmente i colleghi, forti di una preparazione settoriale ben diversa dalla mia, ma troppo lontana appunto per sperare di trovare dei punti di collaborazione veri, non solamente di facile opportunismo, o di facciata.
La diffidenza generalizzata, la pretesa gratuita di relegare alcuni insegnamenti ai margini del curricolo per favorirne altri, mi ha subito posto in una posizione molto critica, dato che a scuola, non si parla di didattica se non associandola a parole come “interdisciplinare”, “equipe”, “dipartimento”, “unità”, che suonano appunto come parole vuote, data la cruda realtà!
Ora l’azione: i colleghi da una parte, i genitori dall’altra (a tal proposito, una mia carissima collega di lettere – davvero lungimirante – sosteneva che i genitori sono “una brutta razza”, sottolineando in modo ironico, come talvolta il desiderio di collaborare e rendersi utili, provochi viceversa danni irreparabili, perchè si traducono in continue intromissioni in un campo che ha bisogno di tempo, di organizzazione e tanta, tanta tranquillità – dimenticavo: nel frattempo sono diventato anch’io genitore, mentre la mia carissima amica/collega, continua ad essere single!), mentre gli studenti – solo loro – al centro di tutto il percorso!
Dalla parte degli studenti
- mai capitato di trovare allievi con una chiusura netta verso il fenomeno musicale in genere
- magari si trovano alcuni meno aperti ai vari generi, più favorevoli al moderno, alle espressioni legate all’esperienza diretta, cosa fra l’altro normale, oppure aperti al suono solo strumentale (specie i maschi), o attratti dal suono solo vocale (specie le femmine)
- sappiamo che nella scuola la musica è relegata ai margini, o addirittura depennata dai vari curricoli, ma i numeri (dato che nella scuola oggi, si parla solo con i numeri e allora, facciamolo!), dicono che i ragazzi hanno un gran bisogno di musica, dato che la richiesta è altissima e la curiosità notevole, come testimoniato dai percorsi specifici sin dalle Scuole Elementari, dalle sperimentazioni che troviamo sempre più numerose nelle Scuole Medie e le varie Band, Cori Scolastici e Giovanili, Musical con Progetti a vario titolo sparsi un po’ ovunque nelle Scuole Superiori (davvero una gamma notevole, da quelli spontaneisti, a delle vere e proprie istituzioni di un certo spessore e di livello qualitativo)
Dalla parte dei genitori
- mai fatto caso che chi studia musica, ben difficilmente si avvicina ai tanto temuti “brutti giri?”
- un impegno musicale, aiuta a disciplinarsi in modo naturale verso delle sane abitudini, che oggi sono una costante lotta (si pensi ai cellulari, alla televisione, ai computer, così temuti, così invadenti….), contro il tempo libero e causa di sprechi colossali in termini di organizzazione, oltre che rimbambimento collettivo!
- l’educazione ad una disciplina musicale, mette a nudo in tempi insospettabili, eventuali problematiche legate alla coordinazione, fino alle varie problematiche comportamentali e disturbi d’apprendimento, oggi veramente diffusissimi (i cosidetti BES)
Dalla parte degli insegnanti
- i processi musicali, mettono in relazione tutti i sensi in modo circolare, favorendo l’equilibrio e rinforzandoli reciprocamente
- c’è inoltre un aiuto evidentissimo, verso la concentrazione, l’attenzione e la memorizzazione
- innegabile, lo sviluppo di una percezione del bello, l’abitudine all’ascolto, al gusto, di conseguenza, al senso critico ed estetico
- aggiungo che affina certamente il carattere
Una volta chiesi ad un mio allievo di Pianoforte in procinto di dare l’Esame di Compimento Medio in Conservatorio: “ Perchè studi Musica?” Rispose semplicemente: “Perchè è bello suonare…” Io lo massacrai dicendogli “È una risposta degna di un bimbo di quattro, cinque anni al massimo, non di un maggiorenne che lavora giornalmente alla tastiera da oltre otto!” – Passò una settimana e tornai sull’argomento.. Di fronte alla medesima domanda, mi sentii rispondere: “Non saprei stare senza suonare….vorrei farne la mia vita…” Lo abbracciai e non tornammo più sull’argomento.
studio musica da quando avevo 5 anni, all’inizio dell’elementari venivo preso come un pazzo perché in quel periodo tutti praticavano calcio o danza, poi la situazione è peggiorata perché ho iniziato ad essere conosciuto con la banda del paese, allora i compagni gelosi hanno iniziato a bullizzarmi.
Nel primo periodo di bullismo avevo mollato la musica ma col passare del tempo la situazione non migliorava e quindi ho capito che la musica era l’unica cosa che mi distraeva dalla realtà e che mi faceva star bene.
la musica è una cura, è un remedio a tutti i mali senza controindicazioni.
in risposta a quello che hai detto tu volevo aggiungere che secondo me, lo studio della musica arricchisce l’animo.
cioè., più si studia musica e più siamo in grado di capirla e comprenderla fino a fondo, e questa compressione, parer mio, non è altro che un grande percorso di autoconoscenza. Cioè., visto che la musica è parte di noi, studiandola non facciamo altro che studiare noi stessi e capirci fino a fondo. E questo percorso di autoconoscenza ci rende più forti e piu consapevoli di quello che siamo. E di conseguenza lo studio della musica di aiuta a superare momenti duri e complicati della vita, per il semplice motivo che ci aiuta a conoscerci e farci capire quanto valiamo.
Sono in parte d’accordo con ciò che dice Diego, ma secondo me non si smette mai di imparare musica: non ci sarà mai un momento nella vita di un musicista in cui lui è consapevole di tutto ciò che si può eseguire, perché la musica è un mondo che vive, si trasforma continuamente e si scoprono sempre nuovi modi di eseguire un brano o tecniche da applicare nello studio dello strumento stesso. Certo, la musica ci aiuta nella scoperta di noi stessi e a superare i momenti un po’più difficili. Come esempio ho i giorni passati da venerdì 28/4 a lunedì 1/5, motivo per cui ho aspettato a scrivere questo commento. Ho partecipato ai nazionali di nuoto a Riccione, e ci siamo recati là con l’autobus, tutti insieme, dai più piccoli ai più grandi, molti di noi hanno in comune sono la passione del nuoto, ma con una cassa ed un telefono collegati abbiamo vissuto un momento di condivisione fondamentale per creare dei legami, oltre al nuoto. Oppure nell’attesa delle gare: ognuno con le sue cuffie ascoltava la musica per rilassarsi, concentrarsi o per darsi la carica necessaria. Un altro esempio: nell’hotel c’era un pianoforte, e, dopo aver superato la mia timidezza iniziale ho chiesto se potevo suonarlo, alla sera si sono accerchiati tutti attorno a me mentre io suonavo, oppure alla mattina, prima di partire per la piscina suonavo per rilassarmi. Insomma a mio parere la musica è anche la miglior terapia per calmare l’ansia.
anche io la penso come michael avendo passato un periodo simile e anche nel mio caso la musica mi ha aiutato come una cura.
Io penso che studiare musica sia un diritto di tutti.
La musica non fa differenze tra le persone, crea un feelling facendo condividere emozioni e sentimenti tra di esse …
A me piace molto studiare musica perché con essa possi esprimermi senza usare parole ma usando uno strumento unico: me stessa.
La musica mi da soddisfazioni ! Amo arrivare a casa da scuola e sentirmi realizzata, fiera di tutte le difficoltà che ho superato. Amo quando mamma mi fa le domande su questo ambito e io le sò rispondere senza esitazione. Amo quando tutti i miei parenti e i miei genitori mi dicono che hanno cresciuto ” un genio ” perché leggo tre righi di pentagramma nello stesso tempo e riesco a coordinare mani e piedi quando suono l’organo !
La musica mi ha aiutato nelle cose basilari della vita come organizze gli impegni ( cosa che prima non sapevo fare ), come superare le fatiche e come non abbattermi se trovo ostacoli !
sono d’accordo con il commento che afferma che studiare musica è diritto di tutti…talvolta però lo studio musicale viene visto come una sciocchezza come una cosa che tanto comunque non porterà mai a nulla perché “uno su mille ce la fa “. io penso che questo pensiero sia sbagliato, partire con il presupposto che “tanto non sarò quell’uno su mille” non ha senso perché neanche chi ce l’ha fatta pensava che ci sarebbe riuscito. perché la musica è anche un po questo, sbatterci la testa, sbagliare, arrivare ultimi e cadere mille volte, la musica è non smettere mai di imparare cose nuove, è mettersi sempre in dubbio, è conoscenza.
la musica non è un passatempo. la musica è vita.
perché studio musica? me lo chiedo spesso onestamente…e credo che oltre al fatto che mi piace suonare sia per non sentirmi sola. Nella mia vita sono rimasta sola tante volte ma anche quando mio padre se ne era andato e io venivo mangiata dall’autolesionismo e dai disturbi alimentari lei era li, a farmi compagnia. A starmi vicino. La musica è la mia più grande medicina,la musica è la mia salvezza. per questo la studio. la musica è bella e potente, lo vedo guardando me stessa ma anche guardando gli occhi dei miei compagni che brillano quando fanno quello che gli piace. La musica per me è la retta via che purtroppo avevo perso tempo fa. Io devo molto alla musica e gliene sarò sempre debitrice.
Un’altra cosa che amo della musica e che mi porta a studiarla è il fatto che è un linguaggio universale. Difronte la musica non c’è conflitto o muro che regga,basta poco per unire culture e etnie diverse in un unico sorriso musicale.
La musica è da sempre parte della mia vita e per questo ringrazio i miei genitori che, fin da appena nato, mi hanno fatto ascoltare musica, di tutti i generi, dai cori Alpini alla musica classica fino al rock passando per i Nomadi. Ho conosciuto molti generi musicali e per me è stata una cosa naturale voler cantare e suonare.Suono da quando ho 6 anni, mi rende orgoglioso farlo e mi fa sentire importante, perchè quando suono non mi sento solo o isolato dagli altri ma parte di un gruppo. Io per la mia timidezza e insicurezza sono sempre stato isolato dagli altri bambini e nessuno mi chiamava o mi considerava e la musica è stata la mia salvezza. Attraverso la musica riesco ad esprimermi e dimostrare quello ce realmente sono, non ho mai avuto problemi a suonare, anche da solo davanti agli altri mentre normalmente mi blocco e vado in panico. La musica mi ha dato anche una certa disciplina e mi ha insegnato a rapportarsi con gli altri senza farmi tanti complessi, almeno nell’ambito musicale.Ho subito molti atti di bullismo sia nelle elementari che nelle medie ma io ho sempre cercato di non dargli importanza, perchè frequentando la musica tramite la banda, persone molto più grandi di me, ho capito che i loro comportamenti erano infantile e non importanti in alcuni casi, mi hanni pure rafforzato. La musica mi ha fatto crescere molto anche di testa, mi sento più maturo e responsabile rispetto ai ragazzi della mia età e di conseguenza non ho nessuna voglia di fare qualcosa che può crearmi problemi a suonare. Tramite la musica ho creato molte amicizie con persone, sia della mia età che con molti anni in più di me, dove mi sento alla pari e con cui sto bene.
ho riflettuto a lungo su cosa significhi per me la musica. Ebbene la musica a mio parere é come una ragazza. Ti innamori di lei, ci stabilisci un rapporto vero e proprio insomma. Essa é il primo amore di una persona. Certo non tutti riescono ad amarla e non tutti la vogliono. La musica ha un carattere poliedrico.A volte é forte e impetuosa e a volte é delicata e gentile. So che la mia puó sembrare una riflessione un poco romántica e poetica ma é proprio questo il rapporto che ho stabilito con la musica. Mi ha fatto e mi fa vivere momenti belli o brutti. Quando iniziai studiarla, la musica per me era una cosa di poco conto e non la apprezzavo cosí come la apprezzo adesso. Ho capito peró con il tempo che faccio musica perché voglio apprenderne la la vastità e mostrare attraverso di essa i miei sentimenti piú intimi. Fare musica per me é come parlare.
La riflessione di Giacomo mi ha colpita molto, il fatto che reputi la musica come il primo amore di una persona è uno dei concetti più belli che io abbia mai sentito.
“Fare musica per me è come parlare” credo che sia una frase che può rappresentare quasi ogni musicista, ovviamente non mi permetto di generalizzare gtroppo su questo, però parlando della mia esperienza è vero.
Essa aiuta ad esprimere la propria persona, a relazionarti con gli altri. Quindi concordo pienamente con ciò che è stato scritto.
perchè studio musica? a dir la verità non mi ero mai interrogato su questo, dandomi sempre una risposta banale come ‘perchè mi piace’. Ma dopo aver letto il file in classe la questione mi ha scosso più nel profondo.
io studio musica perchè sento che è una cosa di cui ho bisogno, ogni volta che suono o che ascolto musica mi sento completo e sto bene. Spesso, anche per questioni banali, mi sento insicuro: perchè ho pochi amici, perchè non ho una ragazza, perchè capita che al posto di uscire con amici stia a casa a studiare. allora li penso se davvero ne vale la pena, sacrificare così tanto tempo, soldi, energie, pianti per una passione che magari non andrà mai a buon fine. Ma è proprio in quei momenti di ‘crisi’ che mi basta fare un piccolo concerto, una lezione individuale o un saggio in cui alla fine ti vengono riconosciuti i sacrifici fatti e i miei miglioramenti che mi passa qualsiasi dubbio sul fatto se ne vale la pena di quello che sto facendo. Ogni volta che sono a casa , magari anche da solo che mi sento un po triste, non per forza per un motivo vero e proprio, inizio a suonare e mi dimentico di tutto e di tutti, e in un batter d ‘occhio torno ad essere in perfetta sintonia con me stesso. è come se io e la musica fossimo una cosa unica e quando non sono con ‘lei’ sento che manca una parte mi me.
Tutto questo per dire che io studio musica perchè è un mezzo che mi da la forza ogni giorno di lottare e andare avanti e soprattutto che mi completa e che non potrei mai stare bene senza di lei
La musica, già da piccolo, in un modo o nell’altro è sempre stata un po’ con me.
Se penso ai miei 2 anni stavo già ai piedi dei campanili per ascoltare il suono delle campane oppure a quando ero in 2° elementare che ho voluto (per qualche mese) provare a suonare il trombone con qualche lezione alla banda o, ancora, a quando ho cantato in 5° elementare in un coro di voci bianche. Ma soprattutto la musica non mi ha più abbandonato da quando in 1° media ho iniziato a suonare pianoforte e dallo scorso anno ho ri-inserito anche trombone.
Perché studiare musica allora?
Ho iniziato a suonare perché semplicemente mi “piaceva far musica” ma poi, con il tempo, ho capito che questa è qualcosa che va oltre a una semplice successione di note: riesce a esprimere ciò che a volte a parole non si riesce a dire!
Non solo: ho capito che può creare occasioni di incontro tra persone e coetanei per dare vita a gruppi in cui condividere anche l’amicizia.
Ne è un esempio la mia band “FreshFive” che ho fondato cercando strumentisti tra amici di varie classi del liceo che sto frequentando e amici conosciuti extra-scuola. Il tutto è iniziato con l’obiettivo di partecipare alla Corrida del mio paese che è avvenuta poi settimana scorsa.
Non è stato semplice all’inizio suonare insieme: trovare uno spazio comune in cui provare (abitiamo in paesi lontani); trovare un momento libero per tutti (ognuno aveva i propri impegni scolastici o sportivi); trovare il modo di arrangiare il pezzo musicale senza che l’uno prevaricasse sugli altri… insomma, non è stato proprio così immediato.
Abbiamo dovuto imparare ad ascoltarci e soprattutto ad aiutarci: per esempio quando abbiamo dovuto aiutare uno di noi ad imparare la sua parte.
La musica è anche quindi, come detto in classe, un’attività che ha anche il fine di educare alla solidarietà, come appunto è accaduto nella mia band, rispettando anche le diversità di ognuno.
Perché studio musica allora?… Perché è semplicemente già parte della mia vita: con lei posso esprimere ciò che a volte a parole non riesco a dire; grazie ad essa posso creare delle amicizie costruttive e, infine, perché vorrei farne da protagonista del mio lavoro futuro.
Perché studiare musica? Questa sì che è una bella e interessante domanda.. Credo che lo studio musicale sia come lo studio dell’italiano, dell’inglese o di qualsiasi altra lingua. La musica è un mezzo di comunicazione, una modalità di esprimere le proprie idee agli altri. La musica ha un valore universale, in quanto è utilizzata da qualsiasi popolazione mondiale, in maniera diversa. Questa arte ha rappresentato da sempre, fin dalla preistoria, un’amica fidata dell’essere umano; basti pensare tramite la musica è possibile identificare un determinato periodo storico e un preciso luogo geografico. Credo che sia indispensabile studiare musica sin da bambini in quanto ritengo che sviluppi capacità che coloro che non la studino non posseggono quali la competenza ritmica, la coordinazione, competenze cognitive, la capacità di improvvisare ecc. Ritengo che tutti gli esseri umani diffondano musica spesso in modo inconsapevole: utilizzando la voce, il canto. Questa è un’arte di cui tutti disponiamo e che non è difficile da esercitare. Ritengo comunque che la musica, oltre a essere un mezzo di studio debba essere pure una forma di svago e sfogo, suonare deve rilassare e credo sia utile per distaccarsi dalle dipendenza moderne quali l’uso di smartphone o comunque la tecnologia generale. Credo che diffondere la passione per la musica sia un ruolo fondamentale: compito dei docenti; in quanto, con il passare dei secoli è una disciplina che sta andando a scomparire sovrastata da altri interessi banali. Con il passare dei secoli la musica sta sempre più scomparendo, pensiamo a quella folkloristica che attualmente è quasi completamente scomparsa: ritengo che sia nostro compito portare avanti ed evitare l’estinzione di questa meravigliosa arte.
Studio musica da sempre. Sin da quando sono noto sono stato avvicinato a questa arte in quanto mia mamma suonava il clarinetto nella banda paesana. Ricordo che io andavo sempre ad ascoltare i concerti: credo che è in quel periodo che questa arte entrò in me. Negli ultimi anni dell’asilo i miei genitori, riconoscendo questa mia passione, mi hanno iscritto a un corso musicale per bambini. Era un bell’impegno in quanto ogni due giorni ero costretto a fare avanti e indietro da Bergamo, però mi piaceva. Grazie a quello ho sviluppato competenza ritmiche e melodiche. Purtroppo dopo due anni il corso è stato chiuso per mancanza di adesioni. Io non volevo abbandonare questo mondo, così ho seguito la passione di mia mamma, ossia il clarinetto. L’ho studiato per gli ultimi tre anni delle scuole elementari e ritengo che mi abbia aiutato molto in questioni di socializzazione. All’iscrizione alle scuole medie decisi di iscrivermi all’indirizzo musicale. Riscontrai però un problema molto grande: tra le scelte strumentali non era presente il clarinetto. Dovevo compiere una scelta: continuare lo studio del mio strumento o cominciarne uno nuovo? Mi venne rivelato un segreto: mio nonno mi aveva lasciato in eredità il suo flicorno quindi, per non deluderlo, entrai nella famiglia degli ottoni e fui preso all’indirizzo musicale. Quando ero in seconda, il mio professore mi disse che secondo lui era giunto il momento di cambiare strumento, in quanto la vecchiaia lo rendeva stonato. Passai quindi alla tromba, senza mai abbandonare realmente il flicorno. Giunto il momento della scelta per la scuola superiore non ebbi dubbi: il liceo musicale faceva per me. Quando scoprii di essere stato preso per me fu una gioia unica! Purtroppo quando sento commenti del genere “Ah ma fai il liceo musicale? Non fate niente tutto il giorno?” credo si sbaglino di grosso, dovrebbero passare una giornata come la viviamo noi per capire cosa significhi essere un musicista!
La musica spesso è vista come semplice svago dalla maggior parte delle persone. Però per chi si sta addentrando in questo mondo è molto di più. Con il tempo la musica per me è diventata canale di sfogo, suonare mi rendeva felice e mi aiutava a dimenticare anche le giornate peggiori.
Mi sono avvicinata al meraviglioso campo della musica con lo studio del mandolino in 4° elementare: i miei compagni di classe si mostravano molto disattenti e disinteressati, tranne i bambini che sapevano già suonare la chitarra, o chi come me era affascinato dal suono di questi strumenti. In 5° elementare ¾ della classe ha voluto passare al flauto dolce perchè “era più semplice”, in un primo momento mi era dispiaciuto, perché la magia che c’era in quelle note non li aveva infatuati, ma successivamente abbiamo iniziato a lavorare a brani più complessi ed è stato molto soddisfacente.
In contemporanea ho voluto iniziare a studiare pianoforte: mi piaceva moltissimo, e l’insegnante è una delle persone da cui prendo maggior ispirazione. Lei respirava musica ed aveva una pazienza infinita, ma metteva moltissima passione in ciò che faceva e ciò mi ha aiutato moltissimo. In prima media ho intrapreso lo studio del flauto traverso, e non sono mai stata così felice: mi ricorderò sempre la prima volta in cui ho montato il flauto e ho emesso i primi suoni. Purtroppo questa poesia non è durata molto a lungo, a causa del mio maestro, che mi sottovalutava sempre e io mi buttavo giù, però io ero convinta che la musica fosse la mia strada e quindi ho scelto il liceo musicale. Qui ho riscoperto la passione per il flauto, a cui si è aggiunta quella per l’organo. Ho capito l’importanza di un professore formato, che sappia accogliere i suoi allievi e che li aiuti a tirar fuori la parte migliore di loro. Nel frattempo nel settembre del 2021, sono entrata a far parte della banda di Casnigo, non era la mia prima esperienza bandistica ma questa volta era diversa. Era diversa perché la banda di Casnigo è molto giovane a livello di membri, e mi sono subito sentita accolta. Accoglienza: questo è uno dei tanti poteri della musica, perché lei non conosce barriere o confini, il ritmo musicale scorre nelle vene dell’uomo da secoli e tutt’oggi non ci abbandona.
Penso che se mi avessero chiesto perché studiavo musica quando avevo 10 anni avrei risposto banalmente e senza pensarci: perchè mi piace! Se me lo chiedessero oggi la risposta sarebbe certamente molto più articolata, perché ormai è passato un po’ di tempo dal mio primo incontro con Lei. Studio musica si perchè mi piace, ma perchè è diventata molto di più nella mia vita, è diventata una sicurezza, un qualcosa su cui posso sempre contare quando vivo dei momenti bui, quando ho bisogno di più sicurezza, faccio musica perché è quello che voglio fare della mia vita come molte altre persone l’ho incontrata e l’ho amata dal primo momento, da quando ho messo le mani sul pianoforte, pizzicato le corde del mandolino, soffiato nel flauto ed ho ammirato la maestosità dell’organo.
Perché Studio Musica?
Fin da quando ero bambina la musica è sempre stata parte della mia vita, alle elementari pensavo che nel futuro sarei diventata una musicista e così anche nelle medie.
Quelle poche volte che ne parlavamo fra compagni di classe o magari con gli animatori del CRE i feedback erano sempre gli stessi “E’ una stupidata” “Non ti porterà lontano” ” Cambierai idea presto” “E’ solo musica” o anche la famosa frase “Non ci vuole nulla ha suonare uno strumento musicale”
Per mia grande fortuna la mie scuole elementari e le medie, nell’ultimo anno di elementari davano la possibilità di -dopo esserti inscritto alla scuola media- di fare un test per capire se si fosse portati per fare parte del corso musicale oppure no e fortunatamente io ho passato quel test.
Per me quindi la musica è sempre stata grande parte della mia vita e non ho mai sentito il bisogno di interrogarmi sul perché la ho scelta.
Ma dopo aver ragionato ho realizzato che è una delle cose che mi rende felice : amo che quando sono dai miei nonni con la chitarra e gli suono un brano loro si complimentano per il fatto che sia capace “Di leggere quei pallini diversi “sul pentagramma e del fatto che riesca a muovere così “velocemente” le mie dita senza fatica e che “riesca a leggere quel miscuglio di pallini”, amo quando suono la viola per mia madre e lei si complimenta con me per via del suono e di come riesco a leggere senza problemi una chiave differente e per del fatto che in questa casa solo io so suonare uno strumento.
Per non parlate del fatto che quando ho un momento di crisi, quando sono stanca, quando studio, quando sono arrabbiata e per altre mille ragioni la musica è la cura che mi aiuta ha superare questi ostacoli.
Come si fa a dire,o solo pensare, che la musica sia un qualcosa di non importante o secondario? Per me la musica è vita…. come si fa a vivere senza musica? Sarebbe come vivere in un mondo senza ne suoni ne rumori,perchè anche i rumori possono essere visti come una sorta di musica, almeno io la vedo cosi….Spesso quando sento un “rumore” mi viene subito da pensare a che nota o accordo può essere associato e poi collocato in una sequenza di note in modo da creare qualcosa di bello. Anche il solo fruscio delle foglie mosse dal vento , la pioggia che cade è musica , musica creata dalla natura stessa. Quindi come si fa ad affermare che la musica non è importante se noi viviamo in un mondo fatto di musica? La musica è la nostra linfa vitale, quando siamo in crisi, giù di morale , soli e tristi oppure felici e ricchi di gioia, viene naturale e istintivo ascoltare musica per sentirsi meglio, cercare consolazione, aiuto, gratificarsi o esaltarsi. Chi non riesce a capire l’importanza e il vero valore della musica non ha capito niente della vita.
Prof, lei ha proprio ragione a sentirsi arrabbiato verso certe considerazioni. Le stesse che ricevo io quando dico che studio musica! Dai volti capisco che pensano che studiare musica sia una cosa superficiale, facile, a chi non ha voglia di studiare seriamente. Me lo sono sentito dire, purtroppo, anche da vari professori….prima ci sono le materie formative quelle importanti, poi viene la musica.Oppure cosa ti darà o dove ti porterà la musica? Meglio imparare cose serie, la musica tienila come hobby! Pensieri e affermazioni completamente sbagliati …..Studiare musica è molto difficile e complicato, capita di stare delle ore a provare un pezzo dello spartito (di una canzone) che non esce come dovrebbe e magari più che si insiste e più che viene peggio.Oppure dover trasferire un suono o una musica che si sente sul pentagramma correttamente non è affatto facile, anzi la musica e le materie collegate sono molto più difficili rispetto alle materie formative perchè oltre allo studio e alla comprensione delle regole bisogna associare altre abilità sia pratiche che teoriche e logiche. Non tutti hanno la capacità per farlo e riuscirci. È per questo che io mi sento orgoglioso di avere queste capacità.
La musica ha fatto parte della mia vita sin da quando ero piccola e facevo danza, cosa che faccio tutt’ora. Ho sempre adorato poter, non solo creare musica, ma anche poterne far parte con il linguaggio del corpo. All’età di 6 anni ho iniziato a suonare pianoforte con una mia amica dell’infanzia e ho continuato gli studi fino alla prima media quando, facendo parte dell’indirizzo musicale della scuola, ho iniziato anche lezioni di chitarra. Ho sempre avuto insegnanti che mi hanno spronato e accompagnato in questo percorso con grande fiducia e, infatti, mi hanno accompagnata alla scelta della scuola superiore. In prima media avevo già le idee chiare su quale scuola frequentare, anche se non avevo ancora idea su quale strumento continuare, se con chitarra o pianoforte, ma una cosa era sicura: volevo fare musica. Mi sono trovata molte volte a parlare con dei miei compagni delle medie che non capivano cosa io provassi nel fare musica, a concretizzare ciò che è astratto. Molti di loro non hanno una passione per la musica come cel’ho io, e non la trovo una cosa da disprezzare, se no tutti farebbero i musicisti. Entrando al liceo mi sono trovata molto con i miei compagni di classe, sia perché ritengo di avere una bella classe sia perché mi rendo conto che parliamo tutti la stessa lingua. Studio musica perché penso che sia non solo una passione, ma anche un modo per esprimersi, un linguaggio, un mezzo per creare legami tra individui, un tipo approccio alla vita e soprattutto qualcosa che ti permette di crescere. Senza di essa non sarei quella che sono ora.
Ho letto l’articolo molte volte, e devo dire che pone una domanda non troppo semplice che mi ha occupato molto tempo per pensare a una risposta.
Mi sono avvicinata alla musica guardando mio papà suonare la chitarra. Grazie a lui ho imparato anch’io questo strumento, ma fino all’età di 11/12 anni non pensavo di farla diventare la mia vita. Alle medie la mia professoressa di musica mi ha aiutato molto a comprenderla e da allora è sempre stata parte, in qualsiasi forma, delle mie giornate. Lo strumento mi aiutava a superare i momenti difficili o a non pensare, mi catapultava in un mondo in cui non avevo problemi ma c’eravamo solo io e la musica. Prima di entrare al liceo mi sono innamorata ancora di più di quest’arte grazie alla scoperta del violoncello. Questo strumento mi ha avvicinato ancora di più a questo mondo perché l’ho sentito veramente parte di me: il suo timbro così umano mi ha fatto capire che la musica non fossero solo esecuzioni e note su carta. Probabilmente se non avessi incontrato il violoncello non avrei mai capito cos’era veramente la musica e ora quando non sto bene o ho bisogno di svagarmi so che lui (in generale la musica) c’è sempre e non se ne andrà mai.
Perché studio musica? Domandona che effetivamente non mi ero mai posto, ma questa è l’occasione giusta per farlo. Fin da piccolo mi piaceva ascoltare musica alla radio, banalmente andavo con la mia famiglia ad ascoltare i concerti della banda e nell’ormai lontano 2016 mi innamorai del mio strumento. Per un paio di mesi ho stressato i miei genitori per iscrivermi ad un corso di musica e dopo un pò riuscii a convincerli. Da quel momento ne è passato di tempo, sono cresciuto e quello che per un bambino era semplicemente un divertimento sta diventando poco a poco qualcosa di concreto. Io amo la musica in tutte le sue forme e credo che sia davvero uno strumento molte forte per aiutare le persone in difficoltà. Tornando alla domanda iniziale, per rispondere mi è servito del tempo, ma la risposta è arrivata ed è la seguente: studio musica perché è divertente per me, diverte gli altri, aiuta nei momenti complicati, ma soprattutto vorrei fare della musica la mia vita. Trasmettere ad altri la passione e il divertimento di un bambino di 9 anni che picchia a casaccio sui tamburi ed è la persona più felice al mondo. Questo per me è il motivo per cui studio musica, anche se probabilmente il vero perché non lo saprò mai.
A volte mi capita di sentire delle persone dire “ah va be ma cosa studierai di musica”eche sminuiscono tutto il lavoro e lo studio che c’è dietro. Non si può non conoscere e giudicare una persona da cosa gli piace fare, è ridicolo. All’età di 11 anni sono entrato a far parte della banda del paese e ai primi servizi la gente rimaneva stupita dal fatto che un bambino suonasse nella banda. Faceva strano vederlo in un gruppo musicale? A quanto pare si, ma a me non faceva ne caldo ne freddo. Andando avanti nel mio percorso ho capito che man mano si diventa grandi si hanno più consapevolezze di ciò che si fa. Lo studio della musica è importante perché se nessuno lo fa più la musica sparisce o si trasforma in qualcosa di non musicale, e spero che questo non accada.
studio musica sin da quando ero in terza elementare e perciò è sempre stata parte della mia vita. ho sempre avuto a che fare con tanti strumenti diversi essendo mio nonno un grande appassionato e forse è anche per questo che molti strumenti mi incuriosiscono.
studio musica anche perchè mi gratifica sentire i commenti sul come faccio a suonare così velocemente senza incepparmi o confondere le note.
infine studio musica sopratutto perche mi rende felice vedere da parte di amici o parenti lo stupore di quando suono una melodia, anche se semplice.
Perchè studio musica? Sinceramente non saprei come iniziare a rispondere a questa semplice ma, per me, complicata domanda. Tutto è iniziato con la mia passione per il pianoforte, ammetto che però questa mia passione si è un po’ svanita con il passare del tempo ed è rimasto principalmente il talento.
Non so la motivazione precisa dell’accaduto, ma molte volte ancora riesco a sentire questa passione, ormai un po’ sbiadita, nel mio talento attuale.
Non posso più contare sull’idea di praticare musica come professione in futuro, ma la tengo fedele come compagna di vita, passatempo e consigliera; durante i momenti di indecisione mi fa pensare, e riesce in qualche modo a farmi arrivare ad una conclusione grazie alla melodia proposta dalle note.
Devo ringraziare la musica perchè molte volte lei c’era quando nessuno invece era lì per me, la devo ringraziare perchè mi ha dimostrato che anche io posso essere brava in qualcosa nonostante tutte le difficoltà, nonostante alcune voci mi dicevano di non essere capace, nonostante ogni pensiero di arresa nel riuscire a completare un brano.
La musica era sempre lì che mi aspettava, mi accompagnava.
Ho avuto momenti di indecisione sul continuare o no su questa strada, ed ero pure arrivata alla conclusione di mollare tutto, ma forse è stata proprio la musica a far deviare questo mio pensiero.
Perchè quello che voglio fare io non è studiare musica, è essere un tutt’uno con essa, riuscire a praticarla fino a capire ogni mio più profondo pensiero.
La cosa che ammetto mi abbia spinta a restare e continuare con questo percorso è stato il clarinetto.
Sono entrata in questa scuola che di questo strumento neanche sapevo l’utilizzo, ma ho imparato in fretta. Sono arrivata la prima volta a lezione che non sapevo neanche come si tenesse in mano, mentre ora suono nella banda della scuola.
Inoltre quest’anno ho fatto la richiesta per l’inversione dello strumento, dall’anno prossimo il clarinetto diventerà il mio strumento principale.
Sono così felice di questo, con questo strumento ci dialogo, mi ci rispecchio, mi ci vedo.
Ho iniziato ad ammirare molto chi suona uno strumento con tanta passione, vorrei a volte poter provare quello che provano loro quando lo suonano; penso che provino un sentimento di libertà, serenità, complicità con questo strumento.
La musica fa parte di noi musicisti, di quello che siamo e che potremmo diventare, ma con il tempo ho imparato che se vogliamo raggiungere davvero un obiettivo con la musica dipende solo da noi.
Siamo i soli responsabili del nostro futuro.
“perché studio la musica”, è una domanda che mi fanno da molti anni.
io rispondo sempre raccontando diciamo in modo molto riassuntivo la mia vita: io nasco nel 2007 e i miei genitori mi hanno sempre raccontato che anche fin dai primi anni sul seggiolone battevo il tempo della musica alla radio con il mestolo.
all’età di 5 anni inizio a studiare batteria che studio tutt’ora da ormai 11 anni.
nei vari anni ho suonato con molte, moltissime orchestre e vari assemblee girando anche l’Italia.
per me veramente la musica è la mia vita io non potrei mai vivere senza musica: sia quella ascoltata che quella suonata.
quello che desidero io e strasformare quella che è nata come passione in un vero e proprio lavoro.
Leggendo le riflessioni dei miei compagni sono rimasta molto colpita da quanto una cosa così universale possa essere concepita in maniera diversa da ognuno di noi. La musica fa parte del nostro essere, ma la percepiamo e la manifestiamo in maniera diversa a seconda della persona che siamo.
Come dice la mia prof di violoncello: è come se tutti, nella scuola, fossimo in un’oasi felice. In molte altre scuole non c’è un apprezzamento della cultura e soprattutto della musica come nella nostra. Mi capita molte volte di uscire con miei amici che non fanno parte del musicale e vedo proprio come loro “disprezzano” l’ascolto della musica classica, e ciò porta a seguire la massa di una generazione di persone che pensano ad apparire bene per gli altri, avendo paura di dire ciò che pensano. Io non ascolto solo musica classica, mi piacciono molto gli altri generi e non vedo dove sia il problema, ma allo stesso tempo penso che questa sia fondamentale da conoscere e da apprezzare per comprendere meglio la nostra storia. Mi sono resa conto che noi, appassionati di musica, siamo tra le poche delle persone che possono davvero portare avanti un patrimonio musicale così imponente, e penso davvero che fare il musicista non significhi solo avere una passione, ma anche avere il coraggio di andare contro le mode o la massa, poter crescere grazie ad essa e poter dire di non essere come la maggior parte dei ragazzi di oggi e di essere una persona che si distingue.
Perché studio musica ? La prima risposta che mi viene in mente quando penso a questa domanda è ” perché vivo in una famiglia di musicisti ” ma in realtà non è solo per questo, anzi per qualcosa di più profondo.
Appena sono nata, in parte alla mia culla, c’era una persona a me molto importante oltre ai miei genitori : il mitico zio barba ( in realtà si chiamava Giuseppe ma quello era un soprannome ).
Gli piaceva tantissimo suonare il cosiddetto canì ( flauto di pan ) nella banda della garibaldina e rimanevo sempre incantata a vedere la bellezza di questo strumento. Gli piaceva tanto anche portarmi i trinketti e io li bevevo tutti velocemente ahah.
Mamma mi racconta spesso che con lui avevo un rapporto bellissimo, unico, mi faceva sempre sorridere ! Zio era sempre lì con me, non mi lasciava mai sola e per lui ero motivo di gioia … Fino a quando un giorno quella gioia si è spenta per la cattiveria delle persone portandolo al suicidio …
Ero abbastanza piccola quando se ne andò e infatti non ero molto cosciente di quello che accadde ma crescendo mi sono resa conta di questa cosa… Mi sale sempre la rabbia a pensarci perché so che lui ha ascoltato gli altri e si è fatto rovinare così tanto da perdere ” la partita al gioco della vita ” ! Credo ancora in lui, nonostante non ci sia più, e so che è ancora in parte a me per farmi da angelo custode ! Voglio vincere la partita che lui ha perso e per questo ho iniziato a praticare musica!
Fin da piccola ho sempre saputo che questo doveva essere il mio compito e così mi sono iscritta alla garibaldina al suo posto. Sono stata per anni in questa banda e fin dalla terza elementare ero sempre più convinta di fare musica tanto da dire a mia mamma ” voglio fare il liceo musicale ” … Ovviamente era troppo presto perché ancora dovevo fare le medie ma quello è sempre stato il mio sogno nel cassetto.
In quinta elementare decisi di fare il percorso pomeridiano di musica alle medie e quindi feci due esami e li passai. In realtà volevo fare pianoforte ma mi assegnarono flauto traverso.
In seconda media feci il mio primo open day al liceo ed è lì che me ne sono innamorata ancora di più ! Feci due esami e anche questo li passai con buoni risultati …
Ed eccomi qui con un sogno nel cassetto ormai avverato ! ora suono organo e flauto traverso e devo dire che il rapporto che ho con i miei strumenti è molto strano, è tipo un ” ti amo ma ti odio allo stesso tempo ” ! mi hanno fatto passare momenti bellissimi come anche momenti bruttissimi ma nonostante questo sto cercando di non scoraggiarmi ( anche se per me è molto difficile ) !
Grazie zio per avermi passato questa passione ! sò che mi stai guardando da lassù e che sei fiero di me !
Anche io vivo in una famiglia di musicisti e si può dire che io mi sia sempre sentita condizionata da essa, che di certo non aveva come obiettivo quello di obbligarmi a diventare una musicista ne tanto meno di influenzarmi, ma purtroppo così è stato. Ho sempre avuto paura di deludere le aspettative della mia famiglia, in particolare quelle dei miei genitori e di non essere abbastanza brava nel suonare, ma di fronte all’amore per la musica e alla mia passione ogni dubbio svanisce perché se so che non è impossibile deludere la mia famiglia so che colei che mi ha sempre supportato, la mia chitarra, non rimarrà mai delusa da me ed è l’unica cosa che conta, per questo sono e studio musica.
la musica è per me da sempre parte integrante della mia vita.
sin da quando sono piccola la scolto, ad esempio quando ero appena nata e non riuscivo a dormire, mio padre mi faceva ascoltare la musica e io mi addormentavo subito.
magari è proprio per questo motivo per cui ora non posso fare a meno della musica.
però penso che la passione che ho ora sia iniziata 8 anni fa, quando ho visto un video di Lindsey Sterling(una violinista) di cui mi sono innamorata subito, da lì ho voluto cominciare a suonare il violino e penso che se non avessi visto quel video, non avrei scoperto questo mondo che è la musica.
Condivido le sue riflessioni e mi pare incredibile pensare che ancora oggi ci sia chi sottovaluta l’importanza della musica nell’istruzione dei giovani. Sono convinto che la musica possa contribuire in modo significativo al processo di formazione dell’individuo, stimolando la creatività, la disciplina, la concentrazione e la curiosità. Tuttavia esiste ancora una sorta di diffidenza nei confronti della musica, come se fosse solo un’attività disimpegnata o marginale rispetto ad altre materie scolastiche. Inoltre, come giustamente sottolinea lei prof, la competizione tra colleghi, la riduzione dei fondi dedicati alla cultura e la scarsa considerazione degli studenti come protagonisti del proprio percorso di formazione, fanno sì che la musica rimanga un’opzione accessoria per pochi appassionati anziché una materia di formazione indispensabile per tutti. Sarebbe importante quindi, che gli insegnanti si impegnassero a creare occasioni di dialogo e di collaborazione interdisciplinare, affinché la musica possa essere considerata alla pari delle altre materie e ancora di più, possa essere ritenuta uno strumento per lo sviluppo individuale degli studenti.
La musica è un entità meravigliosa che riserva sempre delle novità a quelle che persone che le dedicano tempo e impegno; infatti concordo in parte con l’opinione del mio compagno Giacomo Medolago, secondo la quale per conoscere al meglio la musica bisognerebbe trattarla come se fosse una ragazza. Questo è vero però, basandomi sulla mia esperienza personale, descriverei il mio rapporto con la musica con una similitudine di significato molto più vicino alla mia persona, per questo motivo paragonerei il mio rapporto a quello presente con la propria coscienza e il proprio subconscio. Durante questi anni ho riflettuto moltissimo su me stesso soprattutto riguardo a cosa avrei voluto frequentare come scuola superiore e di conseguenza a quelle passioni/attività che mi facevano stare bene interiormente e che avrei voluto portare avanti. Dall’estate della terza media fino alla conclusione della prima superiore ho attraversato un periodo poco gradevole dove mi sentivo vuoto e confuso, non trovavo un posto nel mondo nel quale identificarmi, era come se avessi perso me stesso; infatti facevo fatica anche a definire il mio carattere e non avevo nessuna persona con cui parlarne perché mi sentivo in difetto e non capito dagli altri. Totalmente disperato andai, come di abitudine, alla prova della banda del paese, dove mi vennero affidate delle parti difficili e di un registro molto alto. Per noi trombettisti suonare le parti di prima tromba e arrivare alle note acute è un grande traguardo che allora raggiunsi e provai per la prima volta. Per tutta la prova mi sono sentito benissimo tanto da entrare in uno stato di trans simile a quello provato dagli atleti, ero un tutt’uno con la musica come se fossimo stati una singola entità. Tornato a casa mi sentivo realizzato come se avessi trovato la mia strada, infatti dopo numerosi esami di coscienza sono arrivato alla conclusione che il mio futuro e la mia persona erano strettamente legati alla musica. Se oggi mi chiedessero perché studio musica io risponderei che senza di essa non potrei vivere dato che perderei me stesso come persona vera e propria.
perché studiare musica?
a parer mio è una domanda davvero complicata ma leggendo il blog posso dire di essere totalmente d’accordo sul fatto che tutti dovrebbero poter studiare almeno uno strumento soprattutto quando si è giovani, poiché come afferma il professore, può aiutare i ragazzi ad esempio a stare lontani da certe cattive compagnie ma può essere vista anche come uno svago, in cui tutti i pensieri cattivi svaniscono. ecco, studiare musica per me vuol dire poter scappare dalla realtà, ed essa mi ha aiutato moltissime volte in periodi brutti della mia vita.
proprio per questo motivo penso che studiare musica sia davvero importante e credo che nella maggior parte delle scuole, la musica non venga presa in seriamente e tutto ciò è sbagliato.
secondo me, per migliorare anche l’andamento scolastico degli studenti, debbano esserci in tutte le scuole delle attività musicali perché la musica ti cambia la vita.
Avere una risposta precisa a questa domanda sarebbe interessante, ma anche banale, e la musica non lo è. Studiare musica a volte è faticoso, ma anche un modo di evadere dalla vita di tutti i giorni. Io penso, ad esempio, che alla fine di una giornata storta il suonare, dopo tutto lo stress, è libertà, ma anche un modo per coprire i pensieri opprimenti che ci schiacciano. Ho la sensazione di potere dare sempre di più e contemporaneamente ricevere. La più grande soddisfazione è quella che riscontro dopo aver speso un intero pomeriggio su un passaggio difficile all’interno di un brano e finalmente riuscire ad eseguirlo. Studiare musica non vuol dire, però, soltanto dedicare giornate allo studio, ma anche esprimere quello che si ha da dire senza ricorrere alle parole. Se penso all’arte mi vengono in mente le mostre di quadri, eppure anche la musica è arte; proprio per questo noi abbiamo un‘importante responsabilità: di rispettarla e apprezzarla. Nonostante io sia molto giovane e ancora incerta del mestiere che sceglierò, studio musica. Questo perché mi attira l’idea di una continua crescita: non smettere mai di imparare cose nuove (generi, brani, ecc.), evolvendo con la mia musica.
Nella mia famiglia, sotto varie forme, si è sempre respirata aria di musica. Mi è stato raccontato che, fin dall’asilo nido, venivo sempre individuata perché, qualsiasi cosa stessi facendo, la svolgevo cantando. Ho scelto questa scuola nonostante credo che la musica non diventerà un mio futuro lavoro: non nego di aver pensato infatti alla possibilità di cambiare scuola. Ora però qualcosa è cambiato: ho scoperto la bellezza di appartenere a un gruppo, l’adrenalina prima di un’esibizione, la soddisfazione di ricevere degli applausi, i sorrisi e gli sguardi tra noi ragazzi.
Finalmente ho capito a pieno l’essenza della musica, ho appreso l’orizzontalità nell’ascolto di un brano. Mi emoziona essere attorniata da questa nuova armonia e tutto ciò mi fa star bene!
Sono d’accordo con questo commento, perché per quanto la mia passione sia grande, mi è capitato nel corso della mia vita di avere dei dubbi riguardo al mio futuro in questo ambito.
La mia scelta iniziale infatti sarebbe stata il Liceo scientifico, ma avendo poi cambiato di nuovo idea, decidendo di affrontare l’esame mi ammissione al Liceo musicale, ho iniziato a dubitare del fatto che io volessi studiare effettivamente musica.
Questi dubbi sono svaniti quando, riprovando le emozioni che questa scuola mi regala, mi sono convinta che è proprio questo che voglio fare nella vita.
Perché studiare musica? Fin da quando ero molto piccola ho assistito a diversi concerti e opere, dato che mio papà è un cantante lirico. Appena entravo in un teatro venivo subito rapita dall’orchestra. Adoravo come l’orchestra fosse in perfetta armonia nonostante il grande numero di musicisti al suo interno. Sin da piccola mi è sempre piaciuto molto immaginare l’orchestra come una città, perché vedevo i musicisti come gli abitanti che durante l’esecuzione di un brano esprimevano la loro idea e il loro pensiero, mentre il direttore era il sindaco di questa città, che mediava questo splendido dibattito e dava aiuto e istruzioni ai suoi cittadini. Quando ad esempio c’era un assolo mi piaceva pensare che gli altri elementi dell’orchestra si impegnassero ad esprimersi al meglio e a valorizzarne il messaggio musicale. Nell’orchestra riconosco molti temi che ho studiato in educazione civica a scuola, tra cui la parità di genere, la solidarietà, la condivisione, l’ascolto, la fratellanza.
È stato proprio grazie all’orchestra se ho potuto conoscere il flauto traverso e anche se quando l’ho sentito per la prima volta ero molto piccola ne sono rimasta subito incantata, infatti qualche anno dopo ho iniziato a studiarlo.
Alla domanda perché studiare musica rispondo dicendo che la musica è importantissima per ognuno di noi, infatti ci insegna come comportarci nella nostra “città-orchestra” e non solo, anche nella nostra vera città o paese, applicando nel quotidiano tutti i valori detti prima per creare una società migliore con un senso di fratellanza e unione.
In questi 2 anni al liceo musicale che frequento, grazie a musica d’insieme, ho imparato una grande lezione, a volte per conoscere meglio i propri compagni bisogna suonare insieme a loro perché la musica vale più di mille parole.
il perché studio musica non me lo sono mai chiesto in modo serio. Ora che mi pongo questa domanda lo dovrò fare e cercherò di trovare qualche motivazione in più rispetto al solito la studio perché mi piace. Io ho iniziato a studiare musica nella solita banda di paese quasi per scherzo perché avendo solo 8 anni non sapevo ancora prendere sul serio lo studio di uno strumento. Con il passare del tempo quello che era nato un po a caso si è trasformato un una passione; una passione talmente forte che ora mi trovo in una scuola dove si studia prevalentemente musica. Questa arte mi porta sempre nel suo mondo quando me la trovo davanti e mi piace pensarla come una magia. Studio musica perché la trovo interessante e trovo sempre una motivazione per andare avanti con lo studio di essa. Ormai fa parte della mia quotidianità e non ne posso fare a meno. Sono ancora incerto sul mio futuro ma sicuramente un po la musica ne farà parte.
L’altro commento riguarda come vivo la vita oggi grazie alla musica. La musica influenza tutti i giorni la mia vita sia nel bene che nel male. Molte volte mi ritrovo a suonare quando gli altri escono e si divertono. Quando sono solo però la prima cosa che faccio è prendere il leggio e incominciare a suonare e questo è un bel passatempo che non guasta mai anche perché sono sempre ore di studio. In questo momento mi sto avvicinando in modo intimo a questa arte e spero che questa curiosità continui ancora per molto.
Dopo aver letto l’articolo ed aver ascoltato l’opinione di più persone mi sono conto di quanto, al giorno d’oggi, la musica sia screditata dalla maggior parte delle persone; non solo come materia ma anche come professione. La musica è considerata da certe persone un’attività futile che non porta ad avere abilità utili nella società odierna e per questo i musicisti sono mal visti. Questo lo dico perché l’ho provato sulla mia pelle, infatti dopo aver scelto il liceo musicale come scuola superiore, nonostante avessi dei voti alti e di conseguenza la possibilità di frequentare qualsiasi scuola, sono stato e sono tuttora considerato un buono a nulla che andrà a suonare per strada per raccimolare qualche spicciolo. Inizialmente questo mi dava molto fastidio e per un certo periodo mi ha fatto pure sentire sbagliato ed escluso perché ero diverso dagli altri, tuttavia il mio pensiero attuale è ben diverso. Secondo me la musica è importantissima per ognuno di noi perché infatti ci aiuta a sviluppare determinate abilità che poi potranno essere applicate in molti altri contesti della vita come ad esempio il coraggio; infatti dopo aver suonato numerose volte da solo, davanti ad un certo numero di persone, ho raggiunto una certa sicurezza anche a livello sociale oltre al miglioramento nella gestione dell’ansia e della paura. La musica è una parte integrante di tutte le persone, chi più e chi meno, ma nonostante ciò se allenata a sufficienza si può manifestare in maniera genuina in tutti.. In conclusione la musica, a parer mio, è un insieme di competenze che sono in grado di formare sotto molti punti di vista una persona, di conseguenza sarebbe opportuno far approcciare la musica alle persone, fin dall’infanzia e cercare di superare gli stereotipi ai quali la musica è soggetta, appartenenti ad una mentalità chiusa che viene trasmessa di generazione in generazione.
La musica fa parte della mia vita da quando sono bambina. Mi è sempre piaciuto cantare e ballare. Da piccola avevo un pianoforte giocattolo che suonavo sempre con mia sorella. Cantavo sempre, soprattutto con mia mamma. Mi è sempre piaciuto andare ai concerti, lo trovo un modo bellissimo per condividere la musica dell’artista che ti piace, insieme agli altri e sentire le canzoni dal vivo. La musica è fondamentale, è un punto di riferimento, un posto in cui rifugiarmi quando sono triste e anche con cui posso divertirmi. La musica deve essere qualcosa che ci fa stare bene. Ascolto canzoni 24 ore su 24 e non mi stanca mai.
Il pianoforte è stata la chiave che mi ha aperto questo mondo. Appena ho iniziato a suonarlo me ne sono subito innamorata. Ho iniziato quando avevo 12 anni e non ho più smesso, arrivata al liceo questa passione che avevo per il pianoforte è un po’ svanita. La viola, che ora è il mio primo strumento, prima di venire qui non la conoscevo ma quando ho iniziato a suonarla ho scoperto questo altro mondo degli archi.
Perché studiare musica? La risposta non è semplice, ogni persona ha la sua idea della musica e la vede in modo differente. Per me la musica è qualcosa di magnifico non riesco a immaginare un mondo senza essa, penso che sarebbe tutto più noioso, è anche una cura nei momenti no e qualcosa che ci accomuna nei momenti di divertimento. Suoni per interpretare dei brani e per trasmettere qualcosa agli altri, canti per divertimento, ascolti la musica per svago ma soprattutto studi musica perché è la tua passione.
Riflettendo su questa domanda, volevo evitare quelle risposte comuni e banali che di solito vengono date a chi la pone ma pensandoci, proprio queste potrebbero essere le più vere.
Per me tutto ha inizio in modo casuale.
Durante il covid le mie giornate erano vuote quindi ho deciso di iniziare ad avvicinarmi alla musica, mi ha aiutato a riempire le giornate e a farle sentire meno noiose e uguali.
Quindi non c’è una e vera e propria motivazione del mio studio della musica, oltre al volere un qualcosa che impiegasse il mio tempo e che mi piacesse e divertisse.
È possibile che la mia risposta possa sembrare banale o un po’ superficiale, ma penso che io debba ancora cercare e creare un rapporto piu profondo con la musica per capirne la reale motivazione del mio studio di essa.
Leggendo le risposte dei miei compagni, mi è sorta una grande domande personale: “per me è davvero così importante la musica?”.
Le loro risposte mi hanno stupito in quanto molti di loro abbiano definito la musica come il loro “grande amore” o di per certo il loro futuro.
Per me è diverso, più semplice.
Ho sempre reputato la musica una parte fondamentale della mia vita ma non gli ho mai attribuito una importanza tale da farne il mio futuro.
Non sono certa di aver trovato la chiave del mio futuro nella musica, sono comunque curiosa di scoprire, questo mio rapporto con la musica dove mi porterà.
Perché studiare musica? È una domanda che sinceramente non mi sono mai posto… La studio da talmente tanto tempo che pota è diventata parte delle mie giornate, è diventata parte di me. Mi accompagna da quando sono piccolo e mi accompagnerà per tutta la vita. Ci sono i momenti difficili anche con lei, non posso negarlo, ma insieme si va avanti. Combatto tutti i giorni con lei, a volte sembra che gli dia fastidio, mi tratta male… Altre volte ridiamo e scherziamo, ci commoviamo. Insomma, non potrei fare a meno di lei. I motivi per cui certe persone si alzano la mattina sono il cibo, i soldi, alcuni anche le ragazze… Io la mattina mi alzo per la musica e per tutti i giorni che mi restano su questa terra mi sveglierò per lei!
Piccolo sfogo personale.
Se non ci fosse musica nel mondo? Se non ci fosse qualcuno che sta tutto il giorno sulle partiture, per esempio a capire cosa aveva nella mente Beethoven quando nel 1807 compose il secondo movimento della sesta sinfonia? Un film senza colonna sonora? Una festa di compleanno senza la solita canzoncina che fa arrossire anche la mamma del cugino di secondo grado del festeggiato? Insomma, un mondo senza musica non potrebbe esistere! Però la cosa che a volte mi fa arrabbiare è quando la gente non capisce il musicista (mi spiego). Immaginario collettivo: “Oh un dottore, dovrà aver studiato tanto per arrivare a quel livello; Oh un avvocato, quanta strada e sacrifici che avrà dovuto fare; Oh un musicista… che sfigato!” A volerla dire tutta un musicista non ha niente a cui invidiare rispetto a un dottore o a un avvocato, anzi, un musicista studia molto di più di un dottore, ma non viene riconosciuto e non ha mai una lira nel portafogli. Spero che negli anni la gente possa capire anche i poveri pirla come noi che studiano musica, perché la musica è un bene di tutti, ci insegna ad ascoltarci, esprimerci e collaborare. La musica è l’esistenza di Dio.
la musica ha sempre fatto parte della mia vita fi da quando ero piccola
iniziai con lo studio del pianoforte in prima media.
ai tempi i miei compagni mi ritenevano strana per voler studiare musica, perché la consideravano qualcosa di irrilevante, inutile o comunque qualcosa di qui non valeva la pena perdere tempo. anche i miei genitori inizialmente non erano del tutto convitti che la mia fosse la scelta migliore. io continua lo stesso a suonare, perché dentro di me sapevo che la musica era ed è tuttora parte di me
spesso sento gente dire che lo studio della musica è inutile, in realtà la musica è sempre presente e ci fa da sfondo alle nostre giornate. ormai non ci facciamo neanche più caso ma siamo circondati da suoni ovunque andiamo. la musica è diventata una cosa così quotidiana, spesso è considerata un qualcosa di irrilevante e secondario delle persone che non la studiano.
La musica fa parte della mia vita da sempre, da piccola amavo l’espressività della musica classica su cui ballavo e disegnavo per ore, mi improvvisavo cantante.
Non ho cominciato a studiare musica con un motivo preciso, mio padre un giorno mi ha proposto di iscrivermi alle medie musicali.
Ho fatto visita nella banda della mia città e ho provato tutti gli strumenti, mi piacevano tutti, ma ero rimasta colpita solo da tre strumenti: il corno il clarinetto e la tromba.
Nella mia scuola media il numero di strumenti era ristretto a quattro scelte: chitarra, flauto, clarinetto e pianoforte, ovviamente scelsi il clarinetto.
La musica ha cominciato a fare parte delle mie giornate, amavo esercitarmi e migliorare.
La musica era anche un supporto morale e un modo per sfogare i miei sentimenti e incertezze.
Quando ho dovuto scegliere la scuola superiore ho subito scelto il musicale ambiente che pensavo e penso tutt’ora sia affinissimo al mio carattere.
Studio musica perché mi piace il clima che si crea quando ci si confronta tra di noi. Ad esempio ascoltare il concerto di un amico: conosco il suo carattere, quello che sta provando e anche il lavoro che c’è stato. È bello pensare come la musica sia in grado di trasformare il rapporto tra le persone. Fare musica regolarmente con qualcuno permette di conoscersi, ma anche di scoprire tratti inaspettati di chi ci troviamo di fronte. Una persona con carattere introverso a contatto con la musica potrebbe cambiare molto.
Come ho notato in molti altri commenti, anche io ho iniziato a studiare musica da piccola, circa 8 anni. Ho avuto la fortuna di avere due genitori che hanno accolto la mia proposta. Nonostante loro stessi non conoscessero il mondo musicale, hanno imparato presto ad apprezzarlo. Ognuno di noi può dare un’interpretazione espressiva diversa allo stesso brano e in più parti del mondo verrà compreso così come è. Una delle prime cose che c’è stata insegnata in tac l’anno scorso, in effetti è proprio l’universalità della musica. Non serve saper parlare o comprendere una lingua diversa. Amo molto il modo in cui la musica unisce persone distanti tra loro.
Studio musica perché mi piace il clima che si crea quando ci si confronta tra di noi. Ad esempio ascoltare il concerto di un amico: conosco il suo carattere, quello che sta provando e anche il lavoro che c’è stato. È bello pensare come la musica sia in grado di trasformare il rapporto tra le persone. Fare musica regolarmente con qualcuno permette di conoscersi, ma anche di scoprire tratti inaspettati di chi ci troviamo di fronte. Una persona con carattere introverso a contatto con la musica potrebbe cambiare molto.
Come ho notato in molti altri commenti, anche io ho iniziato a studiare musica da piccola, circa 8 anni. Ho avuto la fortuna di avere due genitori che hanno accolto la mia proposta. Nonostante loro stessi non conoscessero il mondo musicale, hanno imparato presto ad apprezzarlo. Ognuno di noi può dare un’interpretazione espressiva diversa allo stesso brano e in più parti del mondo verrà compreso così come è. Una delle prime cose che c’è stata insegnata in tac l’anno scorso, in effetti è proprio l’universalità della musica. Non serve saper parlare o comprendere una lingua diversa. Amo molto il modo in cui la musica unisce persone distanti tra loro.
La musica è un modo di esprimere se stessi, le proprie insicurezze e sentimenti di ogni genere.
Le emozioni sono il carburante della musica.
Ho sempre pensato che imparare uno strumento fosse come imparare una lingua che solo tu sai parlare che ti lega fortemente allo strumento e alla musica in generale, con lo strumento si instaura un legame di appartenenza.
Quando ascolto o faccio musica provo molti sentimenti contrastanti come gioia, rabbia, inadeguatezza, questi sentimenti a volte mi riempiono di energia altre volte mi svuotano.
Il nostro liceo è una scuola che ci accoglie, mi piace tantissimo e non ho rimpianti, molti miei compagni delle medie disprezzavano il musicale chiamandolo anche scuola per sfigati, ma anche questa componente di disprezzo mi ha fatto avvicinare ancora di più alla mia scelta.
Cosa posso dire? La musica per me é arte pura, è un mix di idee, sentimenti ed emozioni trascritte su uno spartito. È un mezzo potentissimo per l’uomo, ti stimola interiormente, migliora l’umore, combatte lo stress ma soprattutto ha un linguaggio universale.vC’e’ sempre stata, la musica è speciale perché in grado di unire, rallegrare e confortare. Io mi sono avvicinato alla musica grazie a mio padre che suonando il pianoforte in casa mi ha dato modo di apprezzare e amare questa arte. Inizialmente un po’ per gioco oggi è diventata la mia vita.
Leggendo questo articolo personalmente posso dire di non aver avuto esperienze simili ma ricordo che un giorno parlando con i miei genitori, mi dissero quanto era difficile a volte fare capire alla gente che si può vivere di sola musica, questo perche per alcuni rappresenta solo una passione mentre a volte diventa anche un lavoro, un bellissimo lavoro come lo è diventato per i miei genitori.
Loro fanno musica per vivere.
Mi è capitato invece di incontrare persone che apprezzavano solo un genere musicale disprezzando tutto il resto, io non condivido questo pensiero, per me la musica è tutta bella, ogni genere, ogni strumento, ogni suono ha una sua particolarità che bisogna cogliere e saper apprezzare ed io, grazie anche aiiei insegnanti e a questa scuola ho imparato a farlo.
Conobbi la musica già da quando ero molto piccola, anche grazie ai miei genitori ho potuto vedere che esistono parecchi tipi di musica, come quella classica.
Ogni volta che la suono mi dà un sentimento diverso, ma sempre energia e voglia di suonare e sono contenta quando so che posso trasmetterla anche agli altri.
la musica è come un opera d’arte, solo che rispetto all’arte io posso sentirla e immaginarla a modo mio.
Come disse Aristotele, non viene praticata per un unico beneficio maa per
vari, come la educazione, che oltre appassionandosi a essa posso capirla ed essere in grado di poterla riprodurre.
Credo che conoscere quanto fosse bello i miei strumenti (pianoforte e violino) sia una delle cose meravigliose che mi siano mai capitate, e quando mi affeziono non voglio lasciarle mai più.
Ho deciso di studiare musica un po’ per sfida personale, alle medie. Col tempo ho capito che volevo quello nella mia vita. Ho capito che se ho qualcosa che non va, la risposta è la musica. Continuo a studiarla perché ora ho capito cosa voglio, ora so qual’è il mio posto, la mia utilità. Non sono bravo come cuoco o come atleta, quello che sono in grado di fare, e tutti lo hanno riconosciuto( o quasi) è intrattenere. Vado avanti perché io voglio intrattenere le persone, ed il mio metodo è la musica ed il canto.Studio musica perché mi piace raccontare storie e io vedo la musica come una lingua, un metodo di espressione che capiscono tutti. Studio musica perché è il modo migliore he ho per esprimermi ed essere me stesso.
Io voglio studiate canto. Voglio studiarlo perché mi sento libero. Così con la musica in generale. La musica mi permette di diventare qualcuno che non sono, quel qualcuno che è libero di esprimere le proprie sensazioni, i propri sentimenti, le proprie emozioni liberamente, fregandosene di tutto.
L’importante è l’espressione artistica.
Come altri miei compagni hanno già detto, la musica è sempre stata parte di loro… questa
affermazione vale anche per me. Fin da piccolo quando la mia famiglia ed io andavamo ad un
concerto o lo guardavamo in TV, battevo sempre il ritmo con il piede. I miei genitori da quel
momento, vedendo che avevo il ritmo nel sangue, alle mie continue ed insistenti richieste di
imparare a suonare la batteria, hanno deciso di iscrivermi a delle lezioni di musica, ovviamente da li
in poi non ho più abbandonato la musica e lei non ha più abbandonato a me; in prima media ho
iniziato a suonare il sax contralto, in prima superiore invece mi è stata offerta la possibilità di
provare per la prima volta il sax tenore e il vibrafono e mi innamorai perdutamente del primo
strumento. Quindi: perché studio musica? A 10 anni se mi avessero chiesto “perché studi musica?”
io avrei risposto perché mi piace; ma adesso posso dire che la musica per me è quasi una sorta di
“pseudopersona” che mi sta accanto, mi dà sicurezza, conforto, e non solo, è anche parte del mio
sangue e della mia vita.
Sono d’accordo con moltissime riflessioni dei miei compagni, ma tra tutte la più significativa per me
è che la musica sia un luogo nel cui rifugiarsi. La prima volta che ho avuto il bisogno di rifugiarmi e di
sfogarmi nella musica, non è stato tanto tempo fa…. ero in prima superiore, e quattro amici ed io
avevamo provato a formare una band, ma fu un disastro… a quanto pare le persone di cui mi fidavo,
e che credevo fossero vere amiche, si manifestarono in tutta la loro spietatezza; iniziarono a
prendermi in giro, a infierire contro di me gratuitamente; dopo qualche attimo mi rinchiusi da solo in
una camera e iniziai a suonare per conto mio senza badare agli altri. Grazie alla musica riuscii a
tranquillizzarmi, sfogando tutta la rabbia e la tristezza all’interno di essa. In questi due ultimi anni ci
sono stati altri episodi come questi e la musica non mi ha mai abbandonato e mi ha sempre aiutato,
come una vera amica.
Studio musica perché credo sia la colonna sonora della vita di ogni essere umano.
Nonostante molti ignorino quest’arte o la sottovalutino, inevitabilmente è presente nella vita di tutti. Solo in pochi però hanno la fortuna di poterla studiare, di riuscire a concretizzare dei semplici segni scritti su carta. La musica ha il potere grandioso di suscitare in me delle forti emozioni. Lo studio di quest’arte richiede ragionevolmente grande sacrificio, enormi sforzi, qualvolta essa porta anche a delle delusioni, perfino a delle sconfitte. Tutto questo viene però ripagato dalla soddisfazione: la gratificazione più grande per un musicista!
Oggi vorrei rispondere ad una domanda che poche volte mi viene posta ed io dunque poco ci rifletto, questa è: “Perchè studio musica?”.
Fin da bambino ho vissuto circondato dalla musica visto che mia mamma cantava nel coro del paese, mio papà suonava nella banda e i miei nonni, uno suonava il pianoforte e l’altro appassionato di musica, in particolare opere e musica classica. Mi portavano spesso a concerti non solo della banda del paese ma anche in altri posti; da piccolo mi piaceva molto ascoltare il suono delle campane e dunque decisi di entrare nella scuola campanaria del mio paese suonando così “le campanine” come vengono chiamata nel mio paese, ed anche a salire sul campanile per allietare il clima paesano durante le feste. Iniziai cosi a 7 anni davvero ad addentrarmi personalmente nel mondo musicale. A 9 anni avevo pero voglia di cambiare e decisi di entrare nella banda, partecipai all’ open day, ero convinto di imparare a suonare la tromba ma quel giorno vidi uno strumento magnifico che mi balzò subito all’occhio, il corno! Volli subito provarlo e dal quel giorno la mia vita cambiò. Iniziai un po’ banalmente ma poi la mia passione aumento fino a portarmi a volermi iscrivermi a questa scuola. Nella crescita con questo strumento sono stato aiutato da un ex alunno di questa scuola che stimo molto e che è il maestro migliore che io possa avere mai incontrato, lui mi ha preparato a questa scuola nel migliore dei modi e mi ha sempre offerto mille proposte, mille consigli e mille favori che sono di un importanza incredibile, perciò lo ringrazio e spero che riesca a sfondare in questo mondo.
Si, durante il percorso ho incontrato delle difficoltà, alcuni miei amici mi dicevano di non perdere tempo con la musica perchè è una cosa che non vale molto; anche oggi che ho iniziato questa scuola alcuni lo affermano ma per me la musica non è solo una passione; ti porta a vivere momenti di gioia, a rialzarti in momenti di difficoltà.
Ok, ci sono anche momenti più difficili dove proprio non riesci a suonare un brano o un esercizio e ti puoi arrabbiare, ma ho capito con il tempo, che senza di essa la mia vita sarebbe diversa e più triste e spero che questa passione non svanisca mai nel tempo.
Tutto questo è però anche merito della mia famiglia che mi ha sempre sostenuto ed aiutato e per questo non potrò mai ringraziarli a pieno.
Che cosa vuol dire per te la parola musica? Onestamente è una domanda che mi faccio molto spesso. La parola musica può essere interpretata in diversi modi. Per me la musica è una lingua. La musica è un linguaggio semplice dove tutti lo possono imparare, ma anche universale dove tutto il mondo usa lo stesso schema di scrittura. Alcune persone pensano che questa lingua sia stupida, altri invece con questa lingua si creano una professione. Questo idioma suscita emozioni a seconda del carattere della persona e dell’interpretazione della parola musica che ogni persona fa.
Perché studio musica? Sinceramente questa passione la seguo da quando avevo 5 anni e in tutti i miei anni di scuola è sempre stata legata alla mia vita. Mi chiedo sempre perché nel weekend resto a casa a studiare musica anziché uscire con i miei amici. Ebbene io studio musica perché senza di lei non mi sentirei più vivo. Ho iniziato a intraprendere questo percorso nel liceo musicale perché è una passione e se non avessi questa passione sarei restato nel mio paese a frequentare i licei che ci sono. Questo percorso l’ho preso come un’avventura. Mi sono allontanato dalla mia zona di confort e ho iniziato a conoscere nuove persone ma anche loro legate dalla mia stessa passione: diventare un musicista.
Questo è il mio primo anno al liceo musicale e posso affermare che appena ho messo piede in questa scuola ho sentito un aria magica e capìì di aver fatto la scelta giusta, frequentando questa scuola ho scoperta che il mondo della musica e vasto e non ha ne limiti ne confini che accomuna persone di tutte le età, dai bambini delle elementari fino agli adulti che la vivono da anni. Ho capito che quello a cui sto andando incontro è qualcosa dalla bellezza indescrivibile e che mi segnerà per sempre, cambiandomi la vita. Tutto con la musica viene annullato, pregiudizi, differenza di carnagione, di cultura, insomma la musica è di tutti ed è un grande puzzle dove ognuno di noi è un piccolo pezzo che inserito con gli alti va a formare la musica una grande passione che accomuna tutti perchè è impossibile che una persona viva senza la musica, perchè senza questa non saremmo così felici. La musica è nel quotidiano di tutti e anche se non ce ne si accorge ti migliora dentro. Questo è un mondo più vasto di quanto si possa pensare ed io voglio viverlo a pieno, trasmettendo questa passione, in futuro o anche ora, a molte altre persone per non andare a perdere un patrimonio cosi stupendo.
Una domanda che mi sorge, dopo avere letto questo blog, è “perché ho incominciato a studiare musica?” e io non saprei come rispondere; forse per invidia, vedendo che i miei fratelli maggiori facessero cose interessanti.
Però sono sicura che mi sono innamorata di questa materia e, grazie alla mia carissima insegnante di musica, sono riuscita ad entrare in una scuola fatta proprio per noi giovani musicisti.
Io, già dalle elementari, ho potuto “suonare” uno strumento ma più tardi, penso durante al secondo anno delle medie, ho imparato veramente a suonare uno strumento, cioè il flauto traverso.
Entrano in questo Liceo ho scoperto altri strumenti musicali e mi sono innamorata dell’arpa, tra l’altro il mio secondo strumento.
Questo amore è cresciuto che mi ha fatto cambiare idea e mi ha fatto pensare “io vorrei suonarla per tutti gli anni di questa scuola e anche dopo vorrei continuare a suonarla” e decisi di fare il cambio strumento. L’esame non l’ho ancora fatto però spero che riuscirò a superarlo.
Secondo me, con la musica ci si può esprimere meglio che con le parole; la musica si adatta a tutte le persone esistenti su questo pianeta.
Anche sentire il cinguettio degli uccelli oppure il traffico si possono definire come musica, anche il silenzio lo può essere.
Anche soltanto battere le mani oppure dire ripetutamente una lettera può essere musica.
Quindi, tutti nella nostra vita sentiamo la “musica” anche se non sappiamo che la stiamo ascoltando.
La musica é entrata a far parte della mia vita ancora prima che nascessi, ogni tanto mia mamma accostava al pancione le cuffiette dell’MP3 e mi faceva ascoltare la musica di Mozart …. crescendo ho preso parte a diversi cori di voci bianche in parrocchia e a circa l età di 9 ho iniziato a suonare il pianoforte. La passione era forte e con il passare del tempo cresceva sempre di piú, la musica mi rilassava, con essa riuscivo a sfogarmi, eravamo solo io e il mio pianoforte. Con la scelta della scuola superiore sono iniziate le prime complicanze…ero indeciso se frequentare il liceo scientifico e il liceo musicale, e i miei parenti (soprattutto nonne e zii) cercavano di convincermi a frequentare quest ultimo perché dicevano che studiando l arte della musica da grande non avrei trovato lavoro e sarei morto di fame. Queste affermazioni peró non mi hanno demoralizzato e ho scelto di frequentare il liceo musicale di Bergamo del quale sono fiero di fare parte.
Penso che studiare e conoscere la musica sia un po’ come parlare un altra lingua, che tutti un po’ dovrebbero sapere. Grazie alla musica i pensieri negativi svaniscono, la mente é libera di vagare nelle fantasie piú nascoste, solo noi e i nostri strumenti, senza tutto il ” caos ” del mondo esterno.
La musica parla, comunica attraverso melodie e arrangiamenti, racconta tante storie diverse e originali, cerca di trasmettere stati d’ animo che il musicista prova in un preciso istante, tutti dovrebbero conoscere quest’ arte magnifica, tutti dovrebbero provare le sensazioni che prova un musicista; perché la musica non fa distinzioni con la musica tutti posso essere qualcuno senza distinzioni e discriminazione. E come afferma Victor Hugo in questa frase ” CIÓ CHE NON SI PUÓ DIRE CIÓ CHE NON SI PUÓ TACERE, SI ESPRIME CON LA MUSICA”
Perché studi musica? Questa è la classica domanda che mi viene fatta da quasi 6 anni alla quale ho sempre risposto banalmente ”perchè mi piace”, ma in questo ultimo periodo la mia risposta è cambiata.
La musica è sempre stata una parte fondamentale nella mia vita, già da quando avevo due anni, avevo bisogno di musica per addormentarmi e questa mia tradizione non è mai cambiata fino ad arrivare all’età di 8 anni dove ho deciso di iniziare a studiare musica. Quando sono triste anche senza un motivo reale mi basta prendere in mano lo strumento e suonare oppure ascoltare una canzone che mi piace per dimenticarmi di tutto e di tutti, ‘lei’ mi ha migliorata in tutti i sensi, in particolare suonare clarinetto mi è stato molto utile fisicamente…
Spesso mi sento insicura per vari motivi e mi chiedo se ne vale la pena fare così tanti sacrifici e spendere tempo, energie e anche tanti soldi per una passione che forse non andrà come spero, ma a volte basta un piccolo concerto per ricordarmi che sì ne vale la pena, perché è una cosa che ormai fa parte di me.
Questo per dire che studio musica perché mi fa stare bene e senza non sarei io, per me è come un punto di riferimento, una certezza, qualcosa che non mi ha mai abbandona nei momenti di crisi e che non mi lascerà mai.
Amo la musica perché è un linguaggio universale che non fa distinzioni sociali, culturali, etnici… il mondo senza essa sarebbe un completo fallimento e non avrebbe senso. Amo la musica perché svolge un ruolo molto importante di socializzazione che aiuta a creare nuove amicizie, non so basti pensare alle lezioni di musica d’insieme o anche alle attività extra curriculari come l’orchestra a pizzico, la Big Band… La musica aiuta lo studio, la concentrazione e la memoria influenzandoci in modo positivo, suonare mi ha resa più completa specialmente quando ho iniziato lo studio dell’arpa a scuola, uno strumento particolare che non avrei mai pensato di suonare, ma che mi ha aperta a nuove esperienze, sono al primo anno di liceo ma sono certa di aver fatto la scelta giusta, di cui non potrò pentirmi.
Perché studi musica?: questa domanda mi è stata posta molte volte, da varie persone, ma mi rendo conto che non sono mai riuscita a trovare una risposta che rispecchiasse veramente quello che provo per la musica. Per me la musica è stata sempre un concetto suscitante una grande curiosità, sin da piccola sono stata influenzata da discorsi, accenni e racconti riguardanti l’esperienza musicale dei miei familiari. Mio nonno tra qualche anno festeggerà il 25° anno da primo tenore nel coro parrocchiale, mia mamma ha frequentato le scuole medie ad indirizzo musicale, vincendo vari concorsi pianistici, mio padre (vero appassionato di rock e reagge) da piccolo ha imparato a suonare il basso elettrico. Insomma nella mia famiglia la musica è sempre stata la benvenuta. Dal mio punto di vista, tutti questi stimoli musicali hanno rappresentato un decisivo contributo alla mia iscrizione in questo Liceo. Durante il mio percorso musicale ho trovato sempre dei commenti e opinioni negative a proposito lo studio del pianoforte considerato “inutile”,”solo un banale passatempo”,”impossibile fonte di reddito”. Questi commenti, soprattutto quelli detti da persone a me care, sono difficili da affrontare. Essi però mi hanno aiutato a capire che la musica era diventata la mia priorità, semplicemente perché ho sempre reagito con la calma e la sicurezza, dimostrando e difendendo le mie convinzioni. Amo la musica perché in fondo è stata lei ad aiutarmi a forgiare il mio carattere, indubbiamente più sicuro e deciso; la amo perché non ha fatto altro che insegnarmi lezione importanti che nessuno sarebbe stato in grado di insegnarmi; la amo perché mi ha permesso di unirmi più che mai ai miei compagni di classe; ma soprattutto amo la musica perché nei momenti difficili è la mia terapia.
“Perché studi musica?” è una domanda che spesso mi viene posta, ma a cui fino a poco tempo fa non sapevo cosa rispondere… Anzi forse non lo saprei nemmeno ora con certezza!
La musica è entrata nella mia vita per caso, quando, all’età di 5 anni, i miei genitori notarono che avevo una predisposizione verso questa disciplina, ormai sempre meno diffusa, in quanto riproducevo al pianoforte brani ad orecchio.
Iniziai così un corso collettivo di tastiera in ensemble a Bergamo, ma che dopo qualche anno fui obbligata ad abbandonare a causa dell’insufficiente numero di iscritti. Tuttavia non smisi di suonare, perché nel frattempo iniziai le medie ad indirizzo musicale, che mi fecero appassionare ancora di più a questo bellissimo mondo che è la musica, tanto che decisi poi l’anno scorso di iscrivermi al Liceo Musicale.
Nel mio percorso scolastico, a partire dalla prima elementare, fino ad arrivare alla terza media, sono sempre stata vittima di bullismo, venendo sempre presa in giro, emarginata e talvolta anche picchiata; tutti i giorni per me era un peso andare a scuola, non perché non mi piacesse, anzi: l’unico mio stimolo era imparare sempre di più.
Studiando musica fin da piccola, ho sviluppato competenze che le discipline musicali richiedono, quali la coordinazione, la concentrazione, la memoria, la pazienza, la determinazione e un certo tipo di rigore e di ordine. I miei compagni che non disponevano di queste qualità non volevano credere che fosse grazie alla musica perché la musica è una materia inutile, tanto che, anche quando ho deciso di intraprendere i miei studi al liceo musicale, hanno iniziato a farmi domande come “Ma tu cosa fai tutto il giorno? Canti e suoni tutto il giorno? Ma come ti diverti… Ti danno mai dei compiti? Ma tu le materie normali le fai? Che lavoro farai dopo?”. A queste domande obsolete di mentalità poco aperta e ricche di ignoranza, non ho mai dato troppa attenzione, anche se mi hanno sempre parecchio infastidita.
La musica secondo me non è apprezzata abbastanza anche se è di uso comune, dato che anche chi non la studia, non pratica uno strumento o non assiste ad eventi musicali, alla fine si trova alle prese con momenti in cui la musica è protagonista perché la musica si trova nella natura. La musica è ovunque, nel mondo e nella storia; basta pensare che la musica è sempre esistita e ha partecipato all’evoluzione dell’uomo nel corso dei millenni, cambiando anche lei di pari passo, per cui la si può identificare in un preciso momento storico e in un determinato posto del pianeta… La musica è un linguaggio “semplice” ed universale, capace di comunicare oltre che racconti, anche emozioni! E’ una forma d’arte magica che permette di dire cose che a parole si rischierebbe solo di rovinare.
Questo ambito mi ha rivoluzionata completamente a partire proprio dalla mia timidezza e dal rapporto che ottenevo con le persone.
Senza la musica non sarei io, non saprei come sfogarmi, non saprei come vivere senza annoiarmi.
Certo questo genere di discipline richiedono grandi sforzi, sacrifici, ore e ore a provare finché non si ottiene il risultato desiderato, fallimenti, sconfitte, delusioni… Ma dall’altra parte, la soddisfazione e la gratificazione di aver superato un ostacolo dopo aver insistito così ostinatamente, l’aver superato la paura del giudizio altrui grazie ad un’esecuzione in pubblico, il saper rispondere ad una domanda di questo ambito, l’essere vista come sovraumana solo per saper leggere due righi contemporaneamente, l’autocontrollo esercitato dagli innumerevoli tentativi non giunti a buon fine ecc.: sono le piccole cose che mi determinano a continuare a fare musica.
Dopo averci riflettuto molto, potrei dare una risposta già più elaborata alla domanda “Perché studi musica?”, rispetto al classico e banale “Perché mi piace” (come risposi all’esame di ammissione al Liceo). Al giorno d’oggi risponderei che studio musica perché non ne posso fare a meno. Ho una dipendenza per la musica e vivere senza sarebbe impensabile. Essa è una continua ricerca, che suscita curiosità e stupore. La musica non tramonterà mai, perché ci sarà sempre quella piccola parte di popolazione che la amerà a tal punto da non permettere la sua estinzione.
Non molto spesso mi soffermo a pensare ai successi che molti hanno avuto nella loro carriera musicale, ma grazie ai commenti di questo sito, che mi hanno suscitato questa curiosità, ho iniziato da qualche giorno a rifletterci intensamente.
Molti smettono di studiare musica supponendo già che in un domani non avranno un “lavoro decente” perché in questo ambito, solo chi brilla di più e acquisisce successo, ha l’opportunità di lavorare con la musica.
Secondo me non è assolutamente vero, perché neppure chi è arrivato molto in alto all’inizio ci ha creduto. La musica è di tutti, è per tutti ed è con tutti. Chiunque voglia entrare in questo mondo può benissimo farlo. La musica guarisce le persone (basta pensare anche alla musicoterapia per esempio).
Inoltre sono del pensiero che, in realtà, conta moltissimo l’insegnante, il maestro, la guida che si ha. Io personalmente ho incontrato fino ad ora moltissimi insegnanti e tutti mi hanno insegnato moltissimo, mi hanno fatta avvicinare ancora di più all’apprendimento della musica. Potrei dire che loro mi hanno dato la mia medicina (la musica) nel modo giusto (con amore, trasmettendo tutta la loro passione a noi nuovi arrivati in questo mondo e insegnandoci ad amare la musica come hanno fatto loro, curandola come se fosse la cosa più cara a noi su questo mondo).
Sono molto grata a questi maestri che ho avuto e spero che un giorno anche io potrò avere l’onore di fare ciò che loro hanno fato con me, con i futuri giovani musicisti.
secondo me studiare la musica è utile per arricchire la propria conoscenza personale, per poi saperla applicare in maniera individuale nel tua canzone/composizione. possiamo tutti fare musica a modo nostro (cioè che tutti possiamo inventare qualcosa di musicale), anche se non è per tutti la musica (solo per chi ha talento o per chi sa gestirla in base alle sue capacità) ma se applichiamo delle tecniche già analizzate e studiate da persone prima di noi, sicuramente possiamo trarne insegnamento e magari eccellere, anche non necessariamente per fama ma intendo solo per noi stessi/per un nostro piacere personale.
Perché studi musica? Sembra una domanda così banale ma in realtà è una domanda molto complicata alla quale ho dovuto riflettere molto prima di rispondere.
Come detto nel commento precedente sono sempre stata molto legata alla musica fin da piccola, ma la passione vera e propria è nata quando ad un concerto ho visto per la prima volta il flauto traverso nell’orchestra. Ricordo ancora che quel giorno ho sentito come una scintilla dentro di me, continuavo ad immaginare a quanto sarebbe stato bello essere al posto del flautista e soprattutto avere un flauto traverso tutto mio. Così un po’ di tempo dopo ho iniziato a studiare flauto traverso, durante la prima lezione mi sono sentita così bene con me stessa e felice perché finalmente stavo inseguendo la mia passione, e questa è una sensazione che provo tutt’ora.
Io studio musica perché sono sempre stata rapita dalla bellezza dei concerti e delle opere e continuo a studiare flauto perché il mio sogno è quello di suonare anch’io in pubblico, riuscendo a valorizzare al meglio il messaggio musicale che l’autore ha concepito per ogni brano.
Amo parlare di musica, è un argomento molto vasto e a tratti dispersivo, ma io la amo. Quante volte abbiamo cominciato una conversazione con qualcuno che vogliamo conoscere meglio chiedendo: “qual è il tuo cantante/gruppo preferito?”,”suoni qualche strumento?”,”che tipo di generi musicali ti piacciono?”. Lo considero un ottimo modo per rompere il ghiaccio, solamente per il fatto che la musica accomuna chiunque in qualsiasi luogo, stato e continente; rappresentato una vera e propria lingua universale. Un grande difetto che scredita questo bellissimo mondo fatto di armonie e melodie, è la scarsa possibilità di poterne parlare anche a scuola. Per avere un’istruzione che comprenda anche le conoscenze musicali, bisogna purtroppo iscriversi alle uniche scuole e licei ad indirizzo musicale, oppure frequentare il Conservatorio. Secondo me questo rappresenta una vera e propria lacuna nella cultura generale di quasi tutti i cittadini. La verità è che le persone hanno bisogno della musica, di qualsiasi genere ed epoca essa sia, la musica fa parte della vita di ognuno di noi; imparare a conoscerla e a comprenderla sarebbe fruttuoso per tutti. Dal mio punto di vista la musica è universale proprio perché ci connette tutti senza limiti e distinzioni; demolisce i confini e avvicina le persone. Si tratta di un elemento che ci permette di percepire, senza l’uso delle parole, sentimenti e sensazioni. Ci permette di esprimerci comunicando attraverso bellissime melodie, sia solo strumentali che attraverso testi. La musica è il nostro patrimonio più prezioso e dobbiamo conservarlo e proteggerlo, ma allo stesso tempo diffonderlo e condividerlo, affinché tutti possano sentirsi connessi con gli altri. In questo mondo abbiamo bisogno di sentirci connessi per superare tutte le difficoltà e i problemi che ogni giorno si presentano. Proprio per questo motivo io amo la musica, quando suono mi sento felice perché so che non sono sola.
Perchè studiare musica? Non ho mai dato peso a questa domanda rispondendomi sempre: perchè mi piace, perchè la musica è bella. Pensandoci, la domanda non è affatto banale. La musica, come dice Platone, è per l’anima quello che la ginnastica è per l’altleta, perchè la musica è ciò che incoraggia le persone e le stimola ad essere migliori. La musica per me ha un profondissimo significato, mi aiuta durante le giornate più dure e durante quelle più belle. Non c’è niente di meglio che ascoltare Chopin o Rossini per dimenticare la tristezza ed essere felici. Io ascolto tantissima musica, spazio da Monteverdi a Šostakovič, per me ogni autore ha qualcosa che lo rende unico e suonare un brano dei grandi della musica mi riempie di gioia immensa.
Io sono al primo anno del liceo musicale e mi sono adattato abbastanza bene al nuovo clima di novità. Le nuove materie musicali mi emozionano molto, ma se ci si ferma un istante a riflettere sul significato che ha la musica nelle nostre vite la risposta sembra impossibile da dare. Io suono il pianoforte da tutta la vita. I primi anni della mia esistenza li ho passati ronzando intorno a quel misterioso mobile chiamato pianoforte. Mi domandavo come mio padre riuscisse a tirare fuori da quell’oggetto quei suoni così soavi. Iniziai a studiare ufficialmente pianoforte a 7 anni con un insegnante privato. Mi divertivo molto a suonare i valzer di Chopin e i brani di Tchaikovsky e di Shumann… Bach lo odiavo, nonostante adorassi i suoi brani orchestrali non riuscivo a suonare nulla, allora avevo pochissima indipendenza delle mani. La musica mi accompagna da tutta la vita, sono cresciuto ascoltando i concerti per violino di Bach e gli studi di Chopin, dare una forma e un significato alla musica mi pare un po presuntuoso, nonostante ciò posso affermare che la musica è il motore dell’essere umano, non esiste uomo che non ascolti musica e che non sia felice nell’ ascoltarla.
A differenza di alcuni che sono nati in una famiglia di musicisti, il mio avvicinamento alla musica e allo studio di uno strumento musicale è nato un po’ per caso. Diciamo che mi sono avvicinato a questo tipo di arte dopo aver trovato dei tratti davvero affascinanti nella musica classica nel periodo del covid, e spinto della curiosità ho iniziato a prendere in mano il violino, uno strumento musicale particolarmente impegnativo. Una volta intrapreso lo studio dello strumento iniziai a maturare un grande tipo di interesse che diventò subito dopo passione. Fortunatamente, nonostante io abbia iniziato a studiare un po’ tardi, sono comunque riuscito a farmi ammettere al liceo musicale e oramai suonare e ascoltare musica è diventata la mia più grande passione e l’unica cosa che apprezzo fare nella vita. Se per qualche inaspettato motivo dovrebbero privarmi la possibilità di continuare a studiare musica non saprei proprio come reagire e mi troverei in una situazione di stallo. A differenza delle altre discipline che si posso studiare, la musica è a parer mio la più affascinante perché essa ti fa provare delle emozioni magnifiche che una normale disciplina non potrà mia creare a parte alcuni casi specifici. Essa ti aiuta e ti insegna a sfruttare a pieno le tue capacità e a mantenere la calma in situazioni difficili. La musica è una cura, forse una delle cure più significative per le persone che soffrono di grave depressione perché essa permette di liberare la mente e rifugiarsi nella bellezza dell’arte raccolta nelle melodie. Credo quindi che essa debba essere presa e studiata con più serietà da tutti gli studenti perché essa è qualcosa di magnifico che cambia in modo significativo le persone e la maggior parte delle volte in modo positivo.
La musica, come molte altre forme d’arte, ha la magnifica capacità di farti sentire estremamente libero perché in essa puoi esprimere tutti i tuoi pensieri e sensazioni tramite le melodie oppure i testi accompagnati. Inoltre, la musica riesce a far uscire dalla mente tutte le più grandi forme di creatività e curiosità. Per questi motivi e quelli citati nel commento precedente credo che essa debba essere studiata seriamente e non trattata come una semplice perdita di tempo. Inoltre concordo molto con la frase che disse il cantante della band “Slipknot”: “qualsiasi tipo di musica ha un significato se provi qualcosa mentre la ascolti”.
fin da piccola la musica mi ha sempre accompagnata nella vita quotidiana.all’età di 10 anni iniziai a suonare sia in banda che a scuola,mi sono subito sentita più libera.ogni volta che canto o che suono i miei problemi scompaiono.la mia passione per la musica me l’hanno trasmessa i miei nonni,mio nonno era un appassionato di canto lirico e quando lo andavo a trovarlo mi faceva sentire i brani che preferiva.era anche per questa passione in comune che avevamo un così bel rapporto,quando mio nonno è morto l’unica cosa che mi rimaneva di lui erano le sue opere preferite,le ascolt2avo tantissimo fino a quando in terza media decisi che sarei voluta entrare al liceo musicale.anche se suonavo altri strumenti decisi di entrare con il canto,ora quando canto penso sempre a mio nonno che mentre lavorava si sentiva dei pazzi lirici.
Ma quindi perché studi musica?
io studio musica perché senza di essa non riuscirei a vivere,perché è diventata parte della mia vita è diventata il mio rifugio nei momenti più tristi e più difficili.
in questi anni in cui ho studiato musica mi sono fatta spesso la domanda “ma perché io studio musica ?”ho sempre rimandato la risposta pensando che non fosse fondamentale saperlo ma ho capito che mi sbagliavo.la musica è un linguaggio universale si può andare in qualsiasi parte del mondo e tutti la capiscono, la musica ci rende tutti uguali senza distinzioni date dal colore della pelle o dal denaro.quando si suona o si canta è come se si venisse catapultati in un altro mondo senza problemi senza pensieri.in questi anni in di studio della musica non è andato tutto sempre liscio perché imparare la musica non è semplice,significa ogni giorno nel pomeriggio allenarsi rinunciando a delle uscite non amici,feste o allenamenti. ma comunque poi ci si riempie di soddisfazioni.io studio musica perché oltre ad essere fondamentale nella mia vita voglio diventare sempre più brava ed andare sempre avanti con il mio sognio.
per mia esperienza personale, la musica è come una compagna di vita: con lei puoi sbagliare, mostrare chi sei senza la paura del fallimento, travestirti in un personaggio che non hai mai interpretato prima. io mi sono avvicinata alla musica fin da piccolina, con il canto, quando all’oratorio del mio posto c’era “la pepita d’oro” (un concorso musicale per ragazzi e bambini dai 4 ai 12 anni circa). io la prima volta che mi esibii fu all’età di 5 anni e cantai “l’essenziale” di marco mengoni. questa esperienza mi ha insegnato una cosa importante: che l’ansia davanti al pubblico serve perché quando ho cantato avevo visto molti dei miei coetanei del tempo che mi apprezzavano per quello che facevo. mi avevano fatto molti complimenti e da lì pensai che alla fine l’essere umano non è così cattivo, che tutti vogliamo la stessa cosa e che quando la gente vede qualcosa di positivo in te non aspetta un secondo per fartelo notare. tutti teniamo alla nostra immagine e al pensiero degli altri che hanno su di noi, però questo non deve essere un pensiero limitante ma solo un suggerimento per dire: “sii più te stesso”, così da vivere più allegramente.
questo è ciò che la musica mi ha insegnato.
Sinceramente dopo 8 anni che suono chitarra non mi sono mai chiesto che cosa fosse per me la musica.
Può sembrare una domanda banale, infatti, chi non studia musica ma la ascolta solo da Spotify o Youtube, potrebbe dire che: “la musica è qualcosa che esce da degli strumenti”. Ma per una persona che vive con la musica è tutt’altro. Infatti, per me la musica è come una sorta di “droga”. Perché di droga non esiste solo un tipo, per esempio oppiacei, stimolanti, allucinogeni ecc. , e alcuni ti rilassano, creano questa sorta di realx e calma. Stessa cosa per me con la musica, quando ascolto la musica, io passo da Handel, Mozart ad Adele ai Pinguini Tattici Nucleari. Ecco, la musica non è tutta uguale, è DIVERSA!. E poi quando ascolto la musica io provo questo senso di relax e felicità incredibile, da riuscire a trasformare la mia giornata molto più bella.
Ecco questo è quello che penso sulla musica, forse paragonare una forma d’arte a della droga non è un paragone perfetto, però la musica è proprio una tentazione forte come la droga.
Musica, parola che può essere una stupidaggine, ma per molte persone può essere una fonte essenziale di vita, un posto sicuro, una casa. Quando avevo 7 anni iniziai a suonare la chitarra. Dopo un po’ di lezioni mi iniziai a stancare, ero svogliato, non studiavo. Ma per fortuna c’era mio nonno che fu il primo a spronarmi, a non arrendermi. Io lo ringrazio ancora, perché senza il suo aiuto non sarei al liceo… non sarei qua a scrivere questa lettera.
Perché dopo tanti anni di studio ho capito che la musica è una forma d’arte, è una forma di vita, senza la quale non riuscirei a vivere.
io sono sempre stato molto vicino alla musica, questo per i miei genitori, principalmente da mio padre, da sempre appassionato alla musica in tutte le sue facce.
Mio padre non mi costrinse mai a fare nulla di musicale, ma mi spinse sulla via, e poi mi propose di iniziare uno strumento, prima volli la batteria, ma decisi infine per la chitarra. sin dai miei primi anni di vita, sono sempre stato appassionato dalla musica piú dura e pesante, la cui melodia é piú nascosta e piú difficile da sentire, ma per cui se si sviluppa l’orecchio, non si può che amarla, per la libertà di espressione che ti dà, permettendoti di esprimere sia le sensazioni e le emozioni migliori, che la rabbia, la tristezza e la frustrazione, e di sfogarle in questo modo.
Ho ascoltato questo di mia spontanea volontá, ed anche avendo ascoltato qualcosa di un po’di tutto, e di aver conosciuto ed imparato ad apprezzare la musica in tutte le sue forme, ho sempre apprezzato di più la musica più aggressiva.
il rapporto che ho avuto con la musica è stato molto stretto, ed ha cambiato il mio modo di essere, e di esprimermi nel profondo, plasmando la mia personalità in quella che è adesso
È da un po’che rifletto su questa domanda: perchè studio e perchè amo la musica.
Inizialmente, ho pensato che fosse per un motivo semplice: mi divertiva, e mi piaceva suonare, tutto qua.
Questo punto di vista è cambiato totalmente quando andai al mio primo concerto.
Ascoltavo un gruppo hard rock di cui non ricordo il nome ormai da anni, e mio padre decise di farmi una sorpresa, e di portarmi a vederli dal vivo.
Inizialmente, ero contento, e non sapevo che la cosa mi avrebbe cambiato così tanto, ma quando iniziò, rimasi talmente impressionato da ciò che vidi, che dissi tra me e me “questo è quello che farò per vivere”.
Ho quindi capito che non studio la musica perchè mi piace, ma perchè ne ho bisogno, perchè le ore che passo a suonare la mia chitarra sono fondamentali per me, e se non potessi, non saprei cosa fare.
La musica mi ha preso e mi ha dato uno scopo, ed ora senza di essa sarei perduto, e non saprei che fare.
La Musica Per me è come una finestra nel soffitto di una cella
una scala delle mie profondità
può esser passione con le ali senza valigia, ma finchè posso
voglio tenere il filo di questo aquilone.
La Musica per me è anche il mio rifugio in momenti particolarmente difficili, dove essa è l’unica che riesce a far tornare tutto nella pace e armonia, inoltre, la musica è il riflesso delle mie emozioni ed è l’unica via per trasmettere alla perfezione le mie sensazioni ed emozioni.
per questo ho deciso di iniziare a studiare Musica, perchè essa è l’unica cosa che non ti abbandonerà mai nella vita e rimarrà fino al tuo ultimo respiro; come disse un grande “la musica è una malattia, ma una bella malattia”.
perché studiare la musica?A dire il vero io non mi sono mai posta questa domanda ma leggendo mi sono soffermata a rifletterci a fondo, la musica è sempre stata presente per me, sin da quando sono piccola mi ha sempre accompagnata, io praticamente vivo in una famiglia di amanti della musica e credo sia una parte fondamentale anche per il mondo, per tutti o quasi, diciamo che inizialmente non avrei mai pensato di imparare a suonare uno strumento e la mia prima scelte alle medie è stato il pianoforte, poi però è stata la chitarra lo strumento che ho imparato…La chitarra è sempre stata una compagna di vita per me, una compagna leale e fedele, perché la musica è perfetta, non ha difetti perché non è umana, la mia chitarra c’è sempre stata, è stata presente nei bei e brutti momenti, anche nei più difficili…eppure non ha un semplice valore di denaro, ha proprio un valore affettivo siccome sono talmente affezionata.
La musica sa essere delicata e dolce, in certi momenti è l’unica al potermi tranquillizzare, a potermi consolare, a rallegrarmi le giornate e a comprendermi quando nessuno ne è capace, tutto questo è la musica…e in momenti nei quali mi sento una nullità o nei quali voglio solo scappare dalla realtà mi basta andare ai campi, camminando con tranquillità, vedendo il cielo e le nuvole così calme e io mi soffermo a guardare con attenzione ciò che mi circonda ritrovando così la pace, la musica è un’espressione d’arte, di sentimenti, è un linguaggio, a parer mio è anche grazie alla musica che il mondo ha colori, perché senza sarebbe tutto più triste, ma grazie a lei c’è uno scintillio e qualcosa che dà un senso a questa mia esistenza, lei è una delle motivazioni che mi fa svegliare col sorriso e con grinta di iniziare la giornata, perché a volte quella voglia manca…ma è come il mio piccolo raggio di felicità, quindi in conclusione sono più che certa che essa sia degna di avere una materia, una disciplina che approfondisca e studi a dovere tutte le sue caratteristiche, perché la musica riserva tante belle cose.
Davanti alla domanda ” perché studio musica?” Io rispondo che penso che la musica abbia la capacità di fare cooperare insieme più persone per uno scopo comune, senza distinzioni di ogni tipo, (perché tutti hanno il diritto di poter fare musica) pregio che poche discipline possiedono. Oltre a questo credo che la musica sia speciale perché immette in ognuno di noi un pizzico di unicità.
Io suono l’eufonio da quando avevo 9 nove anni e alle elementari mi è capitato di essere stata derisa per il mio aspetto fisico e mi era stato detto di fare attività fisica piuttosto che andare a lezione di eufonio tutti i lunedì pomeriggio e studiare una materia così inutile. Oltre a superare momenti difficili come questo e a rafforzare il mio carattere la musica mi ha aiutato a socializzare di più, sia nella banda del mio paese che nella banda al liceo e a stringere amicizie con persone anche più grandi di me.
La musica è un ampio concetto che spesso non si può esprimere nemmeno in parole, la musica è magica, esistono varie opinioni su essa eppure credo che nessuna di esse sia totalmente sbagliata, perché alla fine l’opinione è un diritto, quindi ciascuno può avere liberta di parola e di esprimere la propria opinione.
La musica è capace di farmi stare bene con me stessa, è capace di farmi sorridere come nessun’altro, esistono varie tipologie di musica ed alla fine ognuna di esse ha il proprio fascino, non c’è una definizione a “”bella musica”” o “”brutta”” perché ognuno è libero di ascoltare ciò che più gli piace, è questione di rispetto, ciascuno di noi dovrebbe avere un rispetto reciproco su qualunque cosa, non bisognerebbe criticare l’altra persona per la musica che ascolta o il modo in cui si veste per esempio, perché certi commenti possono sembrare insignificanti per qualcuno ma per qualcun altro pesano e non poco. La musica è una forma d’arte e d’espressione così affascinante e piena di caratteristiche interessanti che bisognerebbe conoscere, quindi è un bene che esistano materie che approfondiscano tale bellezza.
La musica è per tutti, credo che chiunque sia capace di apprendere uno strumento, basterebbe forza di volontà, impegno, perseveranza e costanza…così facendo si arriverebbe lontano, credo che chiunque sia capace se si propone di fare una determinata cosa e non solo l’imparare uno strumento ma anche ben altro, quindi non bisognerebbe sminuire nessuno e tanto meno avere pregiudizi su lui o lei se non lo o la si conosce a fondo, ho letto una frase nella quale c’è scritto “”If you can dream it, you can do it”” vale a dire “”se puoi sognarlo, puoi farlo”” quindi vorrei solo dire che non bisognerebbe avere insicurezze o altro, perché ognuno di noi è capace di fare una cosa se si propone di farla o compierla, augurerei a chiunque di compiere i propri sogni o obiettivi.
Sono una persona determinata e perseverante anche se tendo a non farlo vedere troppo, ma non mi arrendo…io ho un obiettivo, io ho un sogno che spero vivamente si realizzi in futuro, io vorrei essere una cantautrice in futuro, io voglio veramente vivere con la musica fino alla fine dei miei giorni.
Ringrazio veramente alla musica, perché probabilmente se non l’avessi mai conosciuta o non la amassi così tanto ora forse sarei una persona diversa, quindi mi ha resa anche ciò che sono e ne sono molto grata.
La musica si dovrebbe studiare perché è importante, perché è una bellissima forma d’arte ed espressione, perché riserva dettagli interessanti e varie caratteristiche che penso sia fondamentale sapere nella vita, la musica si dovrebbe studiare per quello.
Io sono innamorata della musica.
La prima volta in cui ebbi a che fare con la musica fu 8 anni fa quando come regalo di compleanno ricevetti una chitarra…ai tempi per me la musica era un mondo completamente sconosciuto ma anche curioso e da scoprire e per questo quel giorno colsi l’occasione di iniziare a conoscerlo. Mi ricordo che inizialmente non presi sul serio il mio studio della chitarra, nella mia ingenuità pensavo di potermela cavare suonando ogni tanto per il gusto di farlo, senza raggiungere nessun obiettivo, ma col tempo, crescendo e maturando, arrivai alla conclusione che la musica, oltre ad essere una compagna fedele, su cui si può contare in ogni momento, bello o brutto che sia, è una missione da portare a termine, una cosa che non si può lasciare a metà perché se anche decidessi di abbandonarla ritornerebbe sicuramente da me, come dotata di mente e volontà propria.
Ed è per questo quindi che studio musica: per pormi degli obiettivi, sia musicali che di vita e dimostrare di avere il coraggio di portarli a termine, grazie alla musica.
La prima volta in cui ebbi a che fare con la musica fu 8 anni fa quando come regalo di compleanno ricevetti la mia prima chitarra…ai tempi per me la musica era un mondo completamente sconosciuto ma anche curioso e da scoprire e per questo quel giorno colsi l’occasione di iniziare a conoscerlo. Mi ricordo benissimo che inizialmente non presi sul serio il mio studio della musica, nella mia ingenuità speravo di cavarmela suonando ogni tanto per il gusto di farlo, senza raggiungere nessun obiettivo ma col tempo, crescendo e maturando arrivai alla conclusione che la musica, oltre ad essere una compagna sempre presente, su cui si può contare in ogni momento, bello o brutto che sia, è una missione da portare a termine, una cosa che non si può lasciare a metà e che se anche decidessi di abbandonare tornerebbe da me come dotata di mente e volontà propria. Ed è per questo che studio musica, per pormi degli obiettivi, sia musicali che di vita, e dimostrare di avere il coraggio di portarli a termine, anche grazie alla musica.
Perché studi musica? E io ti dico: bella domanda! È come chiedere perché decidi di spendere tutto il tuo tempo libero, gran parte di denaro tuo e dei tuoi genitori, tutta la tua energia e la tua forza vitale, tutte le tue emozioni e le tue impressioni, tutti i tuoi ricordi e tutti i tuoi sogni, tutte le lacrime e le risate, i tuoi occhi colmi di meraviglia, i tuoi polmoni che si gonfiano di passione, i tuoi pensieri che dalla tua mente si librano sognanti nel cielo e trasformare tutto questo… in suono?
E non hai paura che questo investimento non ti possa portare a nulla? Non hai il presentimento di aver capito male il tuo ruolo nel mondo e di aver bussato alla porta sbagliata? Caspita se ne ho paura. È il mio terrore più grande. Sarebbe come dire che tutto il suono che ho prodotto sia uguale al silenzio (una bella presa in giro!). E a dire la verità fa male quando nelle conversazioni di questo tipo ti fanno una freddissima doccia di realtà (che farai da grande? E come pensi di mangiare? Tra l’altro ho visto che sono situazioni comuni a molti miei compagni…), e magari lo dice pure qualcuno che non ha studiato quello che voleva, ma ha fatto comunque il suo dovere. Ti senti un illuso insomma. Mi è capitato alle volte di essere in un gruppo di coetanei e di chiederci che scuole facessimo e quando io senza vergogna ho detto di fare il musicale, a parte la sorpresa si leggeva sui volti la derisione dissimulata da indifferenza. Del resto, purtroppo è così, conduci una vita di sacrifici che poi là fuori dalla gente non vengono riconosciuti o apprezzati, non da tutti almeno, se studi musica. Io lo faccio anche per questo, perché so che è un’occasione più unica che rara e non viene data a tutti, un’opportunità di conoscerla in un mondo che al giorno d’oggi la dà come per scontata, o che ancora peggio che si chiude solo su un genere pensando che il resto sia spazzatura a prescindere. Un mondo poco sensibilizzato all’ ascolto. E la situazione si fa ancora peggiore se per conoscere la musica e continuare a farlo si debbano per forza frequentare i licei musicali ed i conservatori, in questo modo solo poche persone possono almeno conoscere la musica e le sue meraviglie, senza per forza suonare uno strumento, cantare in un coro o ascoltare solo musica classica, ovviamente. Anche se la situazione più o meno è questa. Mi hanno sempre detto che avrei benissimo potuto fare altre scuole, ma la verità è che quando io ho scelto il musicale è stato perché non mi vedevo buono a fare nient’altro, o almeno non con la stessa passione. Un me adulto senza musica era un’immagine se non altro impossibile. Poi dal primo giorno di scuola ho capito che la mia scelta era giusta, le materie, i compagni appassionati quanto me, l’ambiente… sono convinto che questo percorso d’ovunque mi porti a prescindere mi renderà felice se lo seguo, ed è questa la sola cosa che conta per me.
Fin da bambino ho sempre sentito e amato tantissima musica diversa, senza essere nato in una famiglia di musicisti anzi, ma penso che in ogni caso la musica faccia parte di ciascuno a suo modo, indipendentemente da tutto. Decisi ad 8 anni di prendere lezioni pianoforte, magari anche stimolato dal fatto che mia cugina aveva iniziato a suonare violino. Mi ricordo che da allora fino ad oggi molte volte ho seriamente pensato di smettere perché come è normale mi ritenevo un po’ un illuso. Il fatto è che quando succedeva pensavo sempre “va bene, ma se devo smettere devo farlo ad un livello che mi soddisfi”. ma io ai tempi non sapevo che la caratteristica fondamentale di ogni musicista è che più studia più vuole studiare. Più suona e più vuole suonare (poi, come una mia cara amica aveva detto una volta, non sei un artista perché hai scelto l’arte, sei un artista perché l’arte ti ha scelto). E la musica diventa di fatto una malattia incurabile perché la perfezione anche se a volte ci può sembrare, non si raggiunge mai. Io studio musica perché non finirà mai di sorprendermi, quando credevo di avere delle certezze le sono bastate 2 battute per aprirmi gli occhi di nuovo, e questo è successo mille volte e non smetterà mai. È meraviglioso. Questo significa che gli attimi di estasi non si esauriranno, la soddisfazione di aver scavalcato un ostacolo, di poter sempre fare qualcosa di nuovo anche in brani già studiati anni fa, il poter riconoscere noi stessi sempre, in quest’ arte dalle mille facce. È un universo in espansione che abbiamo tutto il tempo di esplorare come vogliamo.
Da quando ho cominciato a studiare al liceo, poi, tutto mi si è aperto di botto; con il laboratorio di musica d’insieme, i solfeggi cantati, e soprattutto lo studio del corno. Studiare musica ti rende molto meno timido, e consapevole delle tue capacità e difetti perché a un certo punto suonare in pubblico, cantare in un coro diventa una cosa normale. Ti forgia appunto il carattere un esercizio quotidiano e disciplinato, ti insegna anche che nei momenti in cui vuoi mollare chi la dura la vince. C’è poi la famiglia, la mia mi appoggia molto e ne sarò grato a vita, però non si può negare che nei momenti di studio matto ci sia un sacrificio anche da parte loro. Proprio per questo io continuo con passione, arrendersi vorrebbe dire non considerare gli sforzi fatti, e non voglio che risultino inutili.
Mia sorella a volte mi fa “cosa cerchi sempre lì ricurvo su quei tasti bianchi e neri?” io le rispondo dicendo che in bianco e nero è il mondo senza l’arte, soprattutto senza musica. ma del resto immaginiamoci come sarebbe un mondo dove la musica non è stata neanche immaginata: grigio, insipido e noioso.
Sinceramente mi sono posta diverse volte la domanda del perchè proprio la musica, non ho mai avuto dei genitori o parenti o figure esterne minimamente interessate alla musica, eppure sin da piccola l’unica costante della mia vita è la musica. Alle elementari ero la migliore in musica e sentivo come mi appartenesse, avrei voluto iniziare a studiare pianoforte da quel tempo, purtroppo però i miei genitori non hanno mai preso sul serio questa mia vocazione e non volevano spendere soldi inutilmente e nonostante insistessi non mi hanno mai ascoltato. Tra tutte le altre materie musica è sempre stata la mia preferita, e tutta la mia vita anche senza studiare uno strumento ruotava attorno alla musica, in un modo o nell’altro era sempre presente nei momenti più importanti e anche in quelli futili.
La musica per me è sempre stata fonte di forza e di un sentimento confortante. Solo in terza media sono riuscita a convincere i miei genitori che il mio voler studiare musica non era una perdita di tempo e di soldi, ma qualcosa in cui credevo davvero, infatti sin dalla fine delle elementari ogni volta che mi chiedevano cosa volessi fare da grande io non sapevo cosa rispondere di preciso, sapevo solo che volevo riguardasse la musica, infatti fin da allora avevo scelto che volevo studiare ad un liceo musicale. Mi sono impegnata molto per entrare nonostante la mia preparazione evidentemente inferiore rispetto a quella degli altri e avevo sinceramente paura di non avercela fatta, per fortuna non è stato così e non potrei esserne più felice. Ogni giorno dopo aver affrontato un altro giorno di scuola non potrei essere più felice per avercela fatta, nonostante i fallimenti e la costante sensazione di essere inferiore agli altri, sono felice di studiare quello che amo. Studio musica perchè non saprei davvero cosa farne della mia vita senza avere l’opzione della musica, che appunto è sempre stata la mia unica opzione, è la mia quotidianità, l’unica cosa di cui mi importa davvero e che è sempre un piacere studiare, l’unica cosa che mi rende felice e viva. Non saprei convincere qualcuno del perchè studiare musica, non credo che sia qualcosa che si può capire se non si prova in primis o se non lo si vede da soli attraverso la dedizione di altri.
Penso sia un peccato che ancora ad oggi non si consideri importante il campo della musica ma che sia piuttosto visto come una perdita di tempo. Dovrebbe essere una materia più approfondita dalle scuole, dovrebbero capire più persone quanto la musica sia presente nella vita di tutti, quanto sia un linguaggio universale e quanto possa fare bene alle persone, è qualcosa di davvero gratificante leggere i commenti e vedere che ci sono ancora persone che ci tengono a far vivere in eterno la musica e a farle avere l’importanza che in realtà merita.
“Perchè studi musica?” questa è una domanda che in molti mi fanno da diversi anni e sulla quale rifletto spesso. Banalmente mi verrebbe in mente di rispondere “perchè mi piace e mi fa stare bene”. Ma pensandoci meglio, soprattutto da quest’anno che ho iniziato il mio percorso al liceo musicale, è diventata molto di più. La musica mi è vicina da sempre (dato che provengo da una famiglia di musicisti),e ricordo ancora quando da piccola mia mamma mi portava ad ascoltare i concerti della banda della quale fa parte (e dove ora suono anche io) e rimanevo sempre più affascinata dalle melodie create dall’insieme di tutti quegli strumenti. Il mio primo e vero approccio con la musica però è avvenuto in terza elementare quando ho preso in mano per la prima volta un sassofono e me ne sono innamorata immediatamente, ed ho iniziato appunto a suonarlo nella banda insieme a mia mamma, a mio zio e a mia zia.
A scuola però ogni volta che le maestre chiedevano che lavoro avremmo voluto far da grandi rispondevo tutta contenta “la musicista” ma sentivo spesso le risatine dei miei compagni e commenti del tipo “ma non è un lavoro!” oppure “non puoi vivere suonando!” e mi buttavo sempre più giù tanto che suonare il sax era diventato per me un obbligo e in un certo senso mi pesava. Poi però grazie a mio nonno e alla mia insegnante di musica delle medie questa passione è tornata più forte che mai.
Recentemente ho vissuto un periodo abbastanza brutto della mia vita ma la musica non mi ha mai abbandonata e mi sono ripresa specialmente grazie ad essa. Tutte le volte che non stavo bene e i peggior pensieri mi passavano per la testa suonavo, cantavo o ascoltavo musica. Ogni volta che prendo in mano il sax o mi siedo davanti al pianoforte (strumento che ho iniziato a suonare quest’anno al liceo musicale) tutte le mie paure, preoccupazioni, ansie, insicurezze e problemi svaniscono e per questo arco di tempo mi sento davvero viva e sto bene.
Appena sono entrata nel liceo musicale ho finalmente trovato qualcuno che condivide la mia stessa passione per la musica e ho fatto amicizia con molte persone sia in classe che non (per esempio in big band). Mi trovo pienamente d’accordo, come già citato da alcuni miei compagni, sul fatto che la musica è un ottimo argomento di conversazione e amo anche io parlarne.
Grazie ad essa ho legato con persone con cui non avrei mai immaginato di parlare (forse perchè apparentemente troppo “distanti” da me) e se non ci fosse io non sarei la persona che sono oggi, sostanzialmente non sarei io.
E’proprio vero che unisce e non fa distinzioni, è come una lingua che tutti possono parlare, un arte che tutti possono ammirare e “sfruttare” in pieno. Abbatte ogni muro e ogni barriera: non importa il tuo colore della pelle, le tue origini, il tuo sesso o la tua età, la musica c’è e sempre ci sarà.
Purtroppo nella società odierna e soprattutto in Italia è molto sottovalutata eppure è indispensabile per ognuno di noi.
Ogni giorno, anche involontariamente, siamo a contatto con la musica, basti pensare alle canzoni che passano in radio, alle sigle dei programmi e delle pubblicità in TV, alle melodie presenti in ogni video che troviamo su internet o ancora più semplicemente al suono delle campane. Insomma che si voglia o no la musica fa parte delle nostre vite e ci accompagna sempre, sia nei momenti belli sia in quelli meno belli.
Con essa puoi sfogarti, puoi esprimere al meglio le tue emozioni e i tuoi sentimenti, puoi piangere, puoi ridere ma Lei non ti giudicherà mai.
Io studio musica da un po’ di anni, questa cosa mi rilassa molto e non potrei farne a meno.
Fin dalle elementari ascoltavo e ascolto ancora tutt’oggi molta musica, era ed è la “colonna sonora” di tutte le mie azioni, la musica mi accompagna sempre, ogni azione secondo me ha bisogno di un sottofondo sonoro se no sembra non avere senso. Io ascolto tutti i generi musicali, perché non bisogna fissarsi solo su un genere ma si deve avere una mentalità “musicale” aperta in modo da essere curiosi e non monotoni, ascoltando poi molta musica e studiando, ampli il tuo bagaglio culturale e musicale, ogni canzone, brano che può essere classico o moderno, nasconde dietro di sé la storia di un popolo, di un compositore o del cantante, quindi è molto interessante. In questo primo anno di liceo mi sto adattando alle nuove materie musicali, tecnologie musicali, teoria analisi e composizione, storia della musica e musica d’insieme, oltre poi alle lezioni pomeridiane di clarinetto e fisarmonica, due strumenti che suono. A proposito di questo, quando ero alle medie sentivo alcuni miei amici che dicevano “gaetano vorrà fare il liceo musicale perchè gli piace suonare il clarinetto, vuole continuare la sua strada, ma sarà meglio trovare qualcosa d’altro perchè non è un lavoro serio ecc…” questa è la mentalità di alcuni che non capiscono nulla di musica e pensano che il musicista sia un hobby e non un lavoro serio. Invece no! il musicista è la persona che trasforma la musica in lavoro e ne fa una passione che nessuno potrà mai separare dalla persona, ormai è parte dell’anima , quindi non è assolutamente vero che fare musica è buttare via il tempo, non è un lavoro e non serve a niente, anzi è tutto il contrario, noi musicisti lavoriamo molto sul nostro strumento per portare serenità e musica nella maniera più profonda e meravigliosa possibile a tutti, la musica ha sempre aiutato anche nel corso della storia in molti avvenimenti. Studiare musica è importante perché ognuno esprime le proprie emozioni attraverso quello che sa fare meglio con la voce, strumento e corpo come la danza ecc…Se sei musicista sei tutt’uno con la musica essa è una compagna, migliore amica, ti puoi liberare delle energie negative, come? quando si ascolta la musica qualunque essa sia ti immergi nelle tue emozioni e ricordi, così puoi dare molto spazio alle tue positività, per esempio se ascolto canzoni che danno carica, avrò più autostima e fiducia in me stesso, se ascolto canzoni romantiche, darò spazio alla gioia di innamorarsi per esempio e tanti altri ancora. Io sono una persona che alcune volte crolla l’autostima e per rialzarla mi metto a suonare il clarinetto così mi sfogo e appena finito di suonare mi piace sentire anche i complimenti dai vicini di casa che mi sentono o dai miei genitori, questo fa si che la mia fiducia si alzi e possa continuare a testa alta, questo è il perchè studio musica, mi aiuta nel mio carattere personale e vorrei farne la mia passione intramontabile.
Come ho scritto prima, la musica mi accompagna nelle mie azioni. Per esempio prima di una partita mia ascolto le canzoni che mi danno motivazione e carica per affrontare al meglio la partita, oppure prima di andare a suonare con la banda ascolto i brani che suoneremo così me li ripasso e mi facilita a suonarli o prima di andare a scuola mi ascolto Pino Daniele, così da affrontare al meglio la giornata ed essere pronto a tutto. La musica ormai fa parte della mi vita e credo che in futuro ne farà parte ancora fino alla fine dei miei giorni, mi fa sentire libero, senza pensieri, felice e molte volte curioso, coraggioso e FIDUCIOSO. La musica mi ha insegnato a non abbattermi mai, per me la musica è un ritrovo di tutte le mie personalità. Per finire questo è ciò che ho imparato dalla musica e cosa mi ha insegnato.
Ho cominciato a studiare musica dalla terza elementare. Ero molto incuriosito dal come un oggetto potesse emettere suoni completamente diversi gli uni dagli altri.
Inizialmente ho cominciato suonando il flauto dolce.
Era affascinato: non sapevo l’esistenza di un altro linguaggio oltre a quello alfabetico. In quinta elementare, quindi, ho deciso di iscrivermi alle scuole medie ad indirizzo musicale.
All’età di 11 anni ho cominciato a suonare la chitarra. E’ stato amore a prima vista. Mi piacevano molto le diverse combinazioni di suoni che quello strumento poteva emettere. Inoltre, guardando alcuni concerti alla televisione, restavo incantato dagli assoli dei diversi chitarristi. Mi chiedevo: ma come fanno?!?
Secondo me per diventare un musicista bisogna avere due capacità essenziali (oltre a quelle pratiche): la determinazione e la pazienza.
Queste sono le parole che mi accompagnano nella vita di tutti i giorni. Infatti, senza questi due “Superpoteri”, non riuscirei per esempio a studiare alcuni passaggi complicati; mi stancherei dopo una decina di minuti.
All’inizio della terza media, però, mi sono trovato davanti ad un bivio: continuare a studiare musica o lasciar perdere e andare a fare tutt’altro?
Ho scelto la prima opzione e, ogni giorno che passa, sono sempre più convinto della scelta che ho fatto.
Perché ho scelto la musica?
A dire la verità, non so perché ho scelto proprio la musica: in famiglia soltanto mia mamma suonava il clarinetto nella banda, ma poi ha mollato.
La musica per me è stata come una vocazione: mi si è presentata davanti e ho solo dovuto scegliere se accoglierla o respingerla.
Molte volte mi sento dire: “Ma tu cosa fai a scuola?” e io rispondo: “Vado al Liceo Musicale e studio chitarra e sassofono”.
A questa affermazione, però, molti mi chiedono: “Ma quindi fai questo tutto il giorno? Non ti diverti mai? Perché non esci? Cosa farai dopo?”
Queste domande mi danno molto fastidio.
Secondo me, quando hai una passione irrefrenabile per qualcosa non devi far altro che alimentare il “fuoco” che arde dentro di te.
So che la vita da musicista è una vita piena di sacrifici, ma vorrei davvero portare avanti questa passione e vorrei che la musica possa diventare la mia occupazione principale.
Perché studio musica? mi sono sempre detto che studio musica perché mi piace ma penso che non sia una buona risposta. Studio musica perché mi fa stare bene e ormai fa parte della mia vita. Quando mi è stata regalata la mia prima tromba suonavo tutti i giorni anche se non ero ancora capace; ( non nego infatti che i suoni che uscivano prima che imparassi a suonarla, più che a delle note, assomigliavano a versi del mio cane. Tante volte mi prendevano in giro perché preferivo stare a casa a suonare piuttosto che andare in giro a fare il pirla con i miei amici. Ho iniziato con la tromba alle scuole medie e con l’arrivo al liceo ho iniziato a suonare il basso tuba e purtroppo anche il pianoforte. La mia passione per la musica cresce sempre di più ogni giorno e per questo ho imparato a suonare anche altri strumenti.
Sono sicuro di voler fare della musica il mio futuro.
Perché studio musica?, è una domanda molto complicata.
Rispondendo d’istinto direi che la studio perché mi piace, ma pensandoci ho capito che c’è è molto di più, oltre a essere bello, suonare è per me un continuo stimolo a dare il meglio di me.
Mi è capitato moltissime volte di trovare nei brani passaggi complicati che neanche riuscivo a capire, e spesso ho pensato di non farli e arrendermi ma dopo pochi minuti che mi ero tolto dallo sgabello tornavo al pianoforte per riuscire a realizzare quel maledetto passaggio. Suonare è una sfida continua e probabilmente sono proprio i punti più ostici a spingerci a dare il massimo e andare avanti. Questa è anche una preparazione alla vita:essa è piena di ostacoli e di sfide da superare e se lì abbandoni e ti arrendi non maturerai mai.
Riguardo ai commenti negativi sui musicisti devo dire che nel corso della mia vita ne ho sentiti davvero tanti, ragazzi che appena conoscevo e mi chiedevano che scuola facessi a “un liceo musicale” rispondevano con “ma che schifo”’”a vabbè ma non fai niente”.oppure anche genitori che rispondevano con “ah” è che spostavano il discorso su altro. Questi commenti a essere sincero all’inizio mi hanno condizionato molto, ho iniziato a pensare che chi fa il musicista non avrà mai futuro, non avrà mai una lira in tasca, fino a che poi ho pensato:ma a cosa servono i soldi se non si è felici?. Questa domanda mi ha fatto aprire gli occhi, a cosa serve fare un lavoro ben pagato se vivi aspettando il weekand perché non ne puoi più di lavorare?. Sinceramente non voglio avere tanti soldi e aspettare la pensione per essere felice. La musica è ciò che più di tutto mi da felicità e se non sarò l’uomo più ricco del mondo pace, potrò dire da anziano di aver fatto ciò che mi piace
Perché studio musica? Bhe… bella domanda! Direi che ora è arrivato il momento di darmi una risposta che con sia la solita: PERCHÉ MI PIACE! Studio musica perché sul momento mi porta in un altro mondo, un mondo parallelo fatto di sogni e desideri che vorrei si avverassero, uno tra questi quello di diventare un musicista. Studio musica perché è una passione bellissima che mi porta bellissime emozioni. È incredibile come mi sento dopo ogni concerto, dopo gli applausi di un pubblico entusiasto di quello che ha sentito.
In famiglia la musica è sempre stata presente: a partire da mio padre che suona il pianoforte, mio zio che suona chitarra, mia zia che suona violino e mia sorella che suona flauto e pianoforte. Così a 4 anni sono arrivato anch’io! Ho iniziato a quattro anni a strimpellare la batteria e in diversi mi consigliavano di iscrivermi a qualche corso. L’ho fatto e fino agli undici anni la batteria è stata una passione incredibile e un mezzo di sfogo con cui dialogavo ogni sera (non escludo che lo è anche ora!). In prima media ho iniziato a suonare sassofono nella scuola media musicale del mio paese e li ho scoperto un altra mia grandissima passione. Grazie a questa scuola ho capito finalmente cos’è per me la musica: il sentimento più bello che io possa provare.
Perché ho scelto poi batteria? Perché ho scelto sassofono? Altre due belle domande cui trovo molta difficoltà nel rispondere! In tutti e due i casi, soprattutto nel primo, l’ho fatto perché mi ispiravano gli insegnanti che già conoscevo.
Nel caso di batteria specialmente, sono stato fortunato in quanto ho trovato un batterista che, essendo amico dei miei genitori, avendomi sentito già da piccolo suonare, mi ha istruito e mi ha dato qualche dritta sul come suonarla. Con lui ho passato un anno, quello dei 4-5 anni, mentre dopo mi sono iscritto alla banda del mio paese tenendo lezioni con un altro insegnante che ancora oggi sento e mi sta a cuore. La passione per la batteria e per le percussioni in generale da me non se ne è mai andata, anche se ammetto che in certi momenti ho fatto fatica a continuare. Ora, grazie a questa scuola, la passione si è di nuovo illuminata (non sei mai spenta in realtà) e di nuovo rientro in dialogo con lo strumento e di nuovo mi sfogo e mi diverto.
Parliamo ora della scelta del sassofono… anche lì l’ho fatto perché sapevo che il prof che c’era nella mia scuola era un severo ma bravissimo professore. Grazie a lui, dalla prima media, ho imparato a suonare un nuovo strumento (e ho ancora mooooolta strada da fare) e ho trovato un’altra passione che tutt’ora mi accompagna in questa scuola. Scuola che ho scelto appunto perché mi sentivo di DOVER continuare a divertirmi e studiare questi magnifici oggetti. Devo dire che questa scuola mi sta donando molte emozioni e sono pronto a provarne altre ed altre ancora.
Perché studio musica? Non mi sono mai posta questa domanda e credo che ora sia arrivato il momento di farlo. Ho iniziato ad avvicinarmi alla musica in quinta elementare suonando la chitarra. Successivamente ho deciso di iscrivermi alle medie ad indirizzo musicale dove mi è stato assegnato come strumento il flauto traverso. Io, volendo suonare la chitarra, inizialmente odiavo il flauto, tanto da rifiutarmi di esercitarmi. Col passare del tempo, (“grazie” anche alla pandemia che ci ha costretti a rimanere chiusi in casa) mi sono avvicinata sempre più a questo strumento, fino a diventarne una passione; passavo infatti interi pomeriggi a suonare e man mano che passava il tempo ho maturato l’idea di iscrivermi al test d’ammissione del liceo musicale. Se prima mi avessero chiesto: “perché studi musica?” probabilmente avrei risposto semplicemente “perché mi piace”. Col passare di questi mesi ho maturato però il fatto che la musica sia parte integrante della mia quotidianità, senza la quale non potrei fare a meno. Suonare è ciò che riempie i miei momenti vuoti. È un po’ come la tua migliore amica: in qualsiasi momento di tristezza sai che puoi contare su di lei e riesci a tornare in uno stato di serenità.
Io ho diverse passioni e la musica è una di queste. Per me suonare è una fonte di soddisfazione; passare magari anche molto tempo a rileggere e ripetere quel passaggio sullo spartito che non riesci a fare e arrivare a fine giornata soddisfatta dicendo “ce l’ho fatta”.
Per me è una soddisfazione soprattutto quando ti rendi conto che ciò che stai facendo non lo stai facendo a caso, bensì con un obiettivo e credo che alla nostra età sia veramente importante questa cosa: essere determinati per raggiungere i propri obiettivi.
Non riesco a capire infatti coloro che “discriminano” la musica in generale poiché ritengo che sia un elemento presente nella vita di tutti e che faccia bene a tutti. Io non so se la musica sarà il mio futuro, forse è ancora un po’ presto per dirlo, ma sono sicura che ne farà parte.
La musica entrò nella mia vita all’età di 8 anni quando chiesi come regalo di compleanno una chitarra, decisi questo strumento perchè volevo essere migliore di mio zio che anche lui suona la chitarra per passione ma anche perché volevo vantarmi con mia cugina di essere in grado di suonare.
Questa avventura incominciò quando mi iscrissi ad un corso di chitarra che si teneva nel mio paese, man mano che suonavo imparavo nuove canzoni e man mano mi innamoravo della chitarra e dei suoni che produceva.
Grazie anche al sostegno dei miei genitori decisi di continuare questo percorso e di intraprendere uno studio più serio, così chiesi aiuto ad una professoressa del mio strumento per affrontare l’esame per entrare in quella che adesso è la mia scuola.
Non rimpiango di aver introdotto la musica nella mia vita anche perché con essa non ho mai avuto dei brutti momenti e ripensandoci sono molto contenta che ne faccia parte…
Non sono sicura se la musica sarà il mio futuro ma spero con tutta me stessa di non abbandonare questo percorso da poco intrapreso e di approfondire lo studio di essa sempre con un’unico obiettivo:
Superare mio zio…
La prima volta che mi hanno chiesto perché studio musica è stato quando avevo appena cominciato, tre anni fa.
Avevo cominciato a studiare musica perché nella mia vecchia scuola c’era l’indirizzo musicale. Siccome a me piace fare nuove esperienze e non mi piace stare con le mani in mano, ho deciso di cominciare a suonare per curiosità e divertimento. Non ho mai ascoltato musica, e non mi piaceva farlo, al contrario di altre persone che la ascoltano in tutti i momenti: in macchina, durante una doccia, prima di andare a coricarsi etc.
Col tempo, imparando a suonare e godendo dei traguardi raggiunti, ho cominciato a interessarmi maggiormente alla musica fino ad arrivare addirittura a voler essere capace di padroneggiare molte delle competenze in ambito musicale, e molti degli strumenti.
Oltre alla musica in generale, col passare del tempo mi sono legato sempre di più ai miei strumenti, che ora amo come se fossero fratelli.
La musica ha cambiato parecchio la mia vita, rendendomi più estroverso, più assetato di nuove esperienze e soprattutto è diventata un nuovo passatempo o un nuovo sfogo per i miei momenti peggiori e migliori, riuscendo, finalmente, a separarmi dal cellulare, che ora uso solo un ora al giorno.
Inoltre, la musica mi ha avvicinato a persone nuove, con nuovi ideali e altri passioni, dandomi così l’opportunità di conoscere nuove forme di pensiero e di farmi degli amici con qualcosa in comune.
Quindi, alla domanda “Perché studi musica?”, io rispondo dicendo che studio musica perché è come se fosse l’unica persona sulla faccia della terra che conosce il vero te stesso, e che da modo a quel “te stesso” di potersi manifestare, buttando fuori ciò che tenevi dentro da troppo, per poi riempirti di emozioni positive derivanti da questa disciplina, come per esempio le soddisfazioni, l’ansia prima di un concerto o di un saggio, la rabbia di quando qualcosa non ti esce nel modo corretto, la preoccupazione e il senso di colpa quando succede qualcosa al tuo strumento, la gioia nel fantasticare un futuro meraviglioso con come compagna di viaggi e di avventure la musica.
Io penso, infatti, che la musica farà parte del mio futuro.
Perchè studi musica?
La musica secondo molte persone può essere un passatempo che non serve a niente; per il quale si spreca tempo solo per suonare.
Io non sono mai riuscita a dare una risposta e neanche adesso riuscirei a darla perchè la musica per me è un mondo immenso nel quale si provano tante emozioni forti ma al contempo è un modo in cui posso sfogarle tutte quante.
Perché studiare musica? È una domanda che non mi hanno posto tante volte e quelle volte in cui l’ho fatto ho risposto semplicemente “perché mi piace! “. Adesso che ci penso studio musica perché mi diverto e perché è la mia vita: senza di lei non sarei qui al liceo e la mia vita sarebbe molto diversa. Io nasco da una situazione famigliare im cui era ed è presente l’attività musicale. Questa situazione e anche i miei insegnanti mi hanno aiutato ad vivere in un mondo, anche strano a volte, ma bellissimo e pieno di emozioni. Quindi alla domanda perché studio musica? Beh… Semplicemente perché mi piace e perché con lei vivo.
Sinceramente non mi sono mai posta seriamente questa domanda.
Ho iniziato a suonare il pianoforte a scuola per non suonare il flauto dolce, che odiavo e odio tutt’ora.
Poi ha iniziato a prendermi di più, così ho deciso di iscrivermi alle medie ad indirizzo musicale.
Lì ho trovato una professoressa bravissima, sia per quanto riguarda l’insegnamento del pianoforte, sia dal punto di vista più umano.
Ho iniziato, quindi, ad appassionarmi sempre di più e col passare del tempo, crescendo, ho iniziato a considerare la musica e lo studio di uno strumento non più come un gioco, ma come un vero e proprio impegno, mosso sicuramente dalla passione.
Così, alla fine della seconda media, quando iniziato a pensare alla scuola a cui iscrivermi, ho pensato a questo liceo e diventai sempre più convinta che fosse la scelta giusta per me, perché non potevo immaginare una vita senza musica, senza le soddisfazioni, e anche le difficoltà, dello studio di questa arte.
Oggi sono felice di aver fatto questa scelta e, nonostante sia impegnativo studiare e fare musica, credo che non ci sia cosa più bella che potersi esprimere così, senza usare le parole, che spesso non coincidono con quello che realmente proviamo.
Cos’è per me la musica?
Ancora non ho una risposta precisa a questa domanda.
Ho iniziato solo da poco a capire il valore della musica, ma credo che non l’abbia ancora compreso del tutto.
Io vedo la musica come un mondo parallelo a quello in cui viviamo, un mondo bello, dove tutti convivono in armonia tra loro.
Per me è la musica è come una droga: sono le sensazioni e le emozioni che trasmette e che curano i nostri mali e amplificano quello che proviamo nel profondo, a creare dipendenza.
Per me è anche una voce, che trasforma in concreto ciò che non riusciamo a esprimere con le parole, è una lingua che accomuna tutti gli uomini e gli esseri viventi su questo pianeta.
In particolare, però, credo che chi ha un rapporto più intimo con la musica, come lo ha chi la studia, abbia qualcosa in più, come una chiave per leggere e per diffondere la bellezza del mondo, che viene spesso soppressa dalla superficialità e dalla frivolezza che caratterizzano la società odierna.
Concludo dicendo che, seppur non sappia ancora se la musica possa essere il mio futuro, sono certa che non l’abbandonerò mai, perché non potrei mai vivere senza di essa.
Non mi sono mai chiesta perché studio musica, qualche anno fa avrei risposto perché mi piace e mi diverte ma ora penso che ci sia qualcosa di più. Studio musica perché mi fa stare bene. Per me è come un rifugio dove vado nei momenti più felici come in quelli più difficili, più stancanti e più tristi. Un posto dove puoi sbagliare senza essere giudicato.
Ho iniziato a suonare la chitarra in terza elementare e da lì non ho più smesso. L’anno scorso ho deciso di iscrivermi a questa scuola nonostante molte persone mi scoraggiavano dicendo “mollerai presto”, “è una scuola inutile, non ti darà lavoro”, “fai qualcosa d’altro, quello è solo un tuo hobby”. Suonare mi ha fatto imparare a non scoraggiarmi alle prime difficoltà. Con la musica ci sono cresciuta, mi ha aiutato ad affrontare momenti difficili e periodi stancanti. Suonare mi ha aiutato a sfogare le mie emozioni in momenti di rabbia e tristezza. Alla domanda “perché studi musica? ” rispondo perché non riuscirei a farne a meno. Non riuscirei a passare un giorno senza la musica, senza suonare, perché suonando riesco a sfogarmi e a comunicare cose che non riuscirei a dire. È un linguaggio universale, che chiunque ascolta se vuole può capire. Per me suonare è un momento dedicato a me stessa, dove dimentico tutte le preoccupazioni e paranoie che ho durante la giornata. Penso che la musica mi possa aiutare anche a forgiare il mio carattere.
Non so se questo diventerà il mio lavoro, ma sicuramente è quello che voglio fare e che in questo momento mi fa sentire bene.
Leggendo i commenti ho notato che molti compagni affrontano l’argomento dei pregiudizi che ci sono sulla musica.
Io concordo con la maggior parte di loro.
Anche a me è capitato più volte di sentire molte delle affermazioni citate o di aver letto il disinteresse o la delusione negli occhi delle persone. Per esempio quando rivedo un mio amico dell’infanzia e ci chiediamo le scuole che siamo andati a fare, e quando gli rispondo “il liceo musicale” la loro risposta è puntualmente “Ahh”, con un immediato cambio di discorso, spesso su quanto sia faticosa o bella la loro scuola come se io andassi in un posto in cui ozio e mi diverto tutto il giorno: “Sì, ma voi a scuola suonate…”.
O ancora, spesso, ritengono il nostro istituto come un luogo tutto fiori e unicorni, senza difficoltà, delusioni o varie altre tragedie che “capitano solo a loro”.
Ovviamente io non è che ne soffra molto, perché alla fine seguo la mia passione senza badare al resto. tuttavia non mi spiego la chiusura mentale di certe persone, che proprio non si rendono conto dei controsensi che creano loro stessi, e spesso mi dicono: “non so a che cosa ti servirà la musica, anche perché non ha molta importanza rispetto ad un architetto o alle forze dell’ordine”.
Ecco, con questa affermazione non si rendono conto che tutto ciò che amano di più, nella società moderna è accompagnato dalla musica: i film, con le colonne sonore, la musica che ascoltano ogni giorno, i social e il resto.
tutto ciò a causa del fatto che la gente non conosce e non ha sperimentato, ovviamente ci sono coloro che non pensano che sia una causa persa, ma conoscono l’impegno e la dedizione e la passione che c’è dietro.
Perché STUDIO MUSICA?
Il perché io studio musica non me lo sono mai chiesto perché iniziare è stato naturale. All’età di 6 anni avevo un amico che possedeva un pianoforte; ogni volta che andavo a casa di questo mio amico finivamo sempre per litigare perché lui voleva giocare a basket mentre io volevo suonare il suo pianoforte. Qualche anno dopo, all’età di circa 10, durante un viaggio in auto, chiesi a mia mamma di poter iniziare a studiare pianoforte; a quel punto andammo dirette in una scuola di musica, senza neanche passare da casa, a chiedere informazione per alcune lezioni. Il giorno seguente feci la prima di una lunga serie di lezioni. Dopo essermi rinfrescata la memoria credo di sapere perché studio musica: studio musica perché è la mia passione e voglio che sia vicino a me in tutta la mia vita, studio musica perché amo l’emozione di vedere i miglioramenti, studio musica perché alla mia prima esibizione ho capito quanto è bello provare l’emozione di ricevere applausi e di vedere i miei genitori orgogliosi facendo solo quello che mi piaceva e tutt’ora mi piace fare; per me la musica è anche questo: riuscire a dare emozioni a chi ti ascolta per poi riceverne altre altrettanto forti.; del mio futuro è sicuro solo che voglio vivere al fianco della musica.
è capitato più volte che per scherzare mi dicessero “se continui così finisci sotto un ponte con un pianoforte”, sebbene possa sembrare un insulto, non è una brutta idea: vivere all’aria aperta cibandosi di musica.
Molti miei amici spesso mi chiedono: “perché studi musica?” Io rispondo dicendo che è perché mi piace ma ovviamente ci sono ragioni più profonde e sensate. Ho iniziato a studiare strumento a 9 anni, incoraggiata dalla mia maestra delle elementari amante della musica. Decisi di iscrivermi ad un corso del paese e iniziai a fare 1 ora a settimana di chitarra. Lo strumento mi piaceva e non era un peso, ma non lo vedevo come qualcosa di importantissimo. Poi decisi però di iscrivermi alle scuole medie ad indirizzo musicale, perché alla fine suonare mi rendeva felice. Venni ammessa e continuai con il percorso musicale. Arrivata in terza media la mia prof non smetteva di assillarmi dicendo che dovevo assolutamente iscrivermi al liceo musicale. Sinceramente ero molto combattuta ma alla fine feci la prova e passi l’esame. Adesso che mi sono ambientata nella scuola mi sento più vicina alla musica ma sinceramente non sono ancora sicura della mia scelta e non so se nel futuro la musica sarà alla base di ciò che farò. Ci sono momenti in cui sono felicissima di suonare e altri in cui vorrei cambiare scuola all’istante, ma questo è normale, avere alti e bassi dico. Studio musica perché davvero mi piace e mi diverte. Non mi piacciono i concorsi e gli spettacoli e i saggi, ma mi piace tenere la musica per me. Suona come una frase egoista ma alla fine è ciò che penso davvero e sono libera di usare la musica a mio piacimento. Per concludere vorrei dire che tutte le persone che dicono che la musica è una cavolata come professione/studio, possono rimanere nell’ ignoranza e perdersi un mondo da esplorare. Non vuol dire che tutti devono amare la musica, ma alla fine è nella vita di tutti e se non ci fossimo noi considerati cretini che la studiamo, tutti coloro che ci deridono non avrebbero una parte importante della loro vita.
COS’è PER ME LA MUSICA?
Per me la musica era un gioco, ora è una passione e un esigenza.
La musica è come un traduttore che riesce a far capire chi la ascolta ciò che vuole dire l’esecutore.
La musica è come un boomerang o come uno yo-yo: l’esecutore trasmette emozioni agli ascoltatori (attraverso musica) che restituiscono emozioni attraverso applausi e ammirazioni.
Inoltre credo che la musica faccia parte della vita di tutti quanti (per chi più chi meno), è per questo che vedo la musica come un mondo fantastico nel quale chiunque si può rifugiare.
Per molte persone la musica è una perdita di tempo e una cosa inutile. L’anno scorso quando ho deciso di venire in questa scuola ci sono state molte persone che hanno cercato di farmi cambiare idea dicendo “è una scuola inutile”, “puoi fare altre scuole e in tanto se vuoi suonare la chitarra”. Secondo me la musica dovrebbe essere trattata in più scuole nelle superiori, non solo nei licei musicali. La musica aiuta una persona a crescere, le dà determinazione e pazienza. Secondo me, molte persone la sottovalutano perché magari non hanno mai provato a suonare qualche strumento, e non pensano a quante difficoltà si possa avere. Ad esempio, serve molta determinazione e pazienza perché nei brani ci sono passaggi difficili che per saperli suonare bisogna provarli molte volte. Solo in questo modo si può migliore ed avere soddisfazioni quando il brano esce. Delle volte per il proprio strumento bisogna fare delle rinunce, come non uscire con gli amici. La musica aiuta anche a stimolare la curiosità e la creatività di una persona.
Anche io spesso ho ricevuto commenti negativi riguardo alla mia passione, spesso si riferivano al mio futuro come per esempio “ma sei sicura? Guarda che i musicisti sono poveri!”, o anche “ah fai il musicale…non avevi voglia di studiare” oppure “è una scuola facile dove non si fa nulla”.
in un primo momento questi commenti mi scoraggiavano facendomi dubitare sulle mie “scelte di vita”, alle volte ho ancora dubbi, più che altro paure, dovute a questi commenti pronunciati da bocche ignoranti; ma le mie paure si placano quando vedo le situazioni prima durante e dopo un concerto: è successo poco tempo fa che durante un concerto mi rendessi conto di quanto è bello l’ambiente che si crea tra persone che condividono la stessa passione e che per questo motivo si ritrovano a parlare per ore anche se tra di loro ci sono 10 anni di differenza.
In realtà studio musica da quando sono molto piccola e non mi sono mai chiesta seriamente il perché? E sempre stata una passione della mamma e con il tempo e diventata anche la mia.
Adesso come adesso non posso che dire che ormai fa parte della mia vita che in momenti particolarmente difficili mi rifugio in qualche spartito, tutto diventa leggero ed i brutti pensieri si dissolvono.
Il condividerla poi con compagni, amici e persone a me care,e un’altra delle cose che mi ha insegnato ad amarla.
Ora posso affermare che senza il mio violino accanto, la mia vita non sarebbe la stessa, impegnativa si, ma leggera, spensierata e piena di sorprese.
Amo la musica, ma la musica e anche fatica e sacrificio. Sin da piccola pero, rinunciare ad un incontro o ad una scampagnata in bicicletta con gli amici, non mi e mai costato piu’ di tanto.
La musica già da allora mi appassionava e questa passione mi accompagna tuttora.
La fatica ed il sacrificio sono ripagati da tante soddisfazioni e quindi per me, la musica rimane la mia compagna di vita e spero lo possa essere per lungo tempo ancora.
Perché studi musica? Può sembrare una domanda comune o banale ma in realtà è molto difficile trovare una risposta, più di quanto sembri…
Sono cresciuta con la musica e questo grazie ai miei genitori che, nonostante non siano mai stati musicisti, sono sempre stati appassionati e tutto ciò che sapevano hanno cercato di trasmettermelo.
Mi innamorai del basso a 6 anni, ma considerate le mie dimensioni, non avrei potuto suonarlo, perciò incominciai con la chitarra classica. Arrivó il momento di scegliere la scuola media e li fui esortata dai miei genitori ad iscrivermi anche all’indirizzo musicale dove scelsi il sassofono. Durante tutto il primo anno lo odiai ..poi dal secondo, un po’ magicamente me ne innamorai e divenne la mia passione più grande. Andando avanti abbandonai sempre di più la chitarra per il poco tempo a disposizione e continuai a suonare e a studiare il sassofono.
Inizialmente il mio progetto non era quello di iscrivermi ad un liceo musicale, ma il mio professore dei tempi me lo propose ed inizia a pensarci veramente, feci l’esame e lo passai.
Fin da subito ho percepito un’aria diversa, un po’ magica in questa scuola ..che mi spinge a continuare a studiare e a suonare, nonostante io non riesca a trovare una spiegazione razionale per continuare a farlo.
Suonare è diventato involontariamente una parte fondamentale della mia routine, proprio come lavarsi i denti e non potrei mai pensare di farne a meno.
Non so ancora cosa voglio fare del mio futuro, ma di una cosa sono certa, farò qualsiasi cosa che mi permetta di vivere seguendo questa passione enorme.
Studiare uno strumento non è sempre facile..mi è successo molte volte di ritrovarmi con molte cose da fare e di non trovare il tempo di preparare i brani per la lezione del giorno dopo.
Sono molti i momenti in cui ti sembra di voler smettere e di voler mandare tutto in fumo, ma sono altrettante le volte in cui si ottengono delle soddisfazioni: la lezione è andata bene, il passaggio che non riuscivo a fare mi è venuto, il concerto è piaciuto.
Sono proprio questi alti e bassi che ci insegnano ad andare avanti, nonostante tutte le volte che qualcosa va male e a mettersi alla prova per riuscire a raggiungere degli obbiettivi che inizialmente ci sembrano irraggiungibili.
Ammesso che le domande in cui ci viene chiesto di argomentare il perché di un qualcosa sono sempre quelle più faticose, perché io studio musica è molto semplice. Dicono spesso che nella vita ognuno di noi deve cercare la propria felicità. Ecco. Io quando metto le mani sulla tastiera del pianoforte, quando soffio nel mio strumento, quando ascolto e quando studio musica sono felice. Questo mondo mi affascina e ogni giorno sempre più ho voglia di scoprirlo. Attualmente non saprei davvero come vivere senza.
Non so ancora di preciso cosa il futuro avrà in serbo per me, l’unica certezza che ho in questo momento è che con la musica sto bene e allora perché cercare altro quando ho già trovato ciò che mi rende felice?
Iniziare a studiare musica è stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Da sempre, sono statobaffascinato dalla bellezza e dalla potenza della musica. Ascoltare le note e i suoni che si susseguono in una sonata mi fa provare un’emozione indescrivibile.
Fin da quando ero bambino, ho sempre ammirato i musicisti e i cantanti che, attraverso la loro arte, riescono a trasmettere emozioni e sentimenti profondi. E così, ho deciso di iniziare a studiare musica.
Fin dai primi giorni di lezione, ho capito che la musica sarebbe diventata una parte importante della mia vita. Imparare a suonare uno strumento richiede molta pazienza e impegno, ma ogni volta che suono, sento che sto facendo qualcosa di veramente speciale. La musica mi dà un senso di libertà e di creatività che non ho mai provato con nessun’altra attività.
Studiare musica mi dà anche la possibilità di esplorare nuovi generi e stili musicali. Ogni volta che ascolto un nuovo pezzo o un nuovo artista, mi sento ispirato. Questa continua sfida mi spinge sempre a migliorarmi e a imparare cose nuove.
Ma il vero piacere della musica per me è il poterla condividere con gli altri. Essere in grado di suonare in pubblico o di suonare con altri musicisti è un’esperienza indimenticabile. La musica ci unisce in un modo che va oltre le parole e le differenze culturali. Quando suono con altri, mi sento parte di qualcosa di più grande di me stesso. Non vedo l’ora di continuare a imparare e a crescere come musicista.
Come è nata invece la mia passione per la musica può sembrare un po’ più lungo e complicato.
Devo ammettere che l’ultima cosa che mi sarei aspettata dalla vita è quella di voler iniziare a studiare musica. Quando ero piccola non avevo un rapporto così diretto con essa. Sì, è vero, mio papà suonava la tromba nella banda cittadina di un paese vicino al suo e io spesso e volentieri andavo ad ascoltarlo, ma mai avrei pensato che un giorno mi sarei trovata a condividere la sua stessa passione. Ero consapevole della sua esistenza, ma non ero interessata a quel mondo, e da bambina che ero volevo diventare una maestra delle elementari.
In quinta elementare, però, si presentarono nella nostra scuola 4 professori dell’indirizzo musicale delle medie che ci presentarono gli strumenti. Un po’ per caso, un po’ presa dall’entusiasmo della novità e un po’ seguendo i consigli dei miei genitori, decisi di iscrivermi senza essere pienamente consapevole della scelta fatta. Quella in realtà fu la scelta che cambiò la mia vita. Dopo poche settimane da quando ho iniziato a suonare pianoforte mi resi conto che non era una semplice perdita di tempo, ma una vera e proprio passione che coltivata poteva darmi tanto. Successivamente, attirata sempre più da questo mondo, ho iniziato a suonare anche altri strumenti, tra cui il sassofono, strumento per cui ho un debole, ma che purtroppo non mi è stato assegnato come secondo strumento in questa scuola.
Volevo concludere dicendo che anche quando le cose sembrano succedere per caso, forse proprio un caso non è!
La discriminazione è un problema che purtroppo colpisce ancora molte persone, anche in ambito musicale. In particolare, coloro che studiano musica al conservatorio o al liceo musicale spesso sono oggetto di pregiudizi e stereotipi negativi, che possono limitare le loro opportunità di apprendimento e di crescita.
Uno dei pregiudizi più diffusi riguarda il ruolo del musicista nella società. Spesso si pensa che lo studio della musica sia un passatempo o un hobby, piuttosto che una vera e propria professione. Questa visione limitata della musica può portare a una sottovalutazione del valore della formazione musicale e delle capacità dei musicisti.
Inoltre, gli studenti di musica possono essere soggetti a stereotipi basati sulla loro etnia, genere o orientamento sessuale. Ad esempio, si può presumere che una musicista donna sia meno capace di un uomo. Questi pregiudizi possono portare a un trattamento ingiusto e a una mancanza di rispetto nell’ambiente di studio.
Tuttavia, ci sono anche molti esempi positivi di studenti di musica che hanno superato le discriminazioni e hanno raggiunto grandi risultati. Molti musicisti famosi hanno dovuto lottare contro stereotipi e pregiudizi per arrivare dove sono oggi. La loro determinazione e la loro passione per la musica li hanno portati a superare ogni ostacolo.
In conclusione, la discriminazione nei confronti degli studenti di musica è un problema che deve essere affrontato e risolto. Tutti i giovani che studiano musica al conservatorio o al liceo musicale meritano rispetto e sostegno, indipendentemente dalla loro etnia, genere o orientamento sessuale. Solo così potranno sviluppare appieno il loro talento e raggiungere il successo che meritano
Avviso: di seguito trovate più commenti riguardo all’argomento, alcuni più astratti altri meno.. altri più poetici altri meno..
La musica è la mia via di fuga,
con lei mi isolo da un mondo di sofferenza,
con lei non indosso maschere,
non dipingo il volto con falsi sorrisi,
con lei piango,
mi sfogo,
gli sussurro la mia vita e tramite essa racconto me stesso a chi vuole ascoltarmi.
—–
La musica è un amica,
forse la migliore che ho,
lei c’è sempre:
nel frusciare delle verdi foglie,
nello zampettare di un gatto,
nei passi frettolosi delle persone che forse cercano anch’esse una via di fuga,
nelle carezze del vento,
nel battito del cuore,
in una calda risata..
—–
Io non studio musica…
Io la musica la conosco, ci parlo, ne scopro le varie forme,
i suoi segreti;
anche lei è come noi, un pò matta,
a volte è felice.. a volte triste.. lei condiziona me e io lei.
Io “non voglio far della musica un lavoro”, io voglio accompagnarla con me nella mia vita, io arricchirò lei.. e magari lei me,
la musica fa parte di me,
scorre nelle mie vene,
pulsa nel mio cuore,
studio per infoderla maggiormente quando suono.
—–
-io e la musica-
La musica l’ho conosciuta fin da appena nato, mi aspettava..
da subito mi ha accolto tra le sue braccia,
fin da bambino l’ho sperimentata con le percussioni,
con il canto.
Cresciuto in un ambiente ricco di quest’ultima, son sempre stato diverso, non è da tutti nascere avvolti da Bob Marley, gruppi rock come Led Zeppelin e Pink Floyd, stelle come Michael Jackson, cantanti iconici italiani come Pavarotti o re del mondo jazz/blues/funky come Louis Armstrong o James Brown..
in 2° elementare frequentavo la banda del mio paese, in 3° avevo iniziato invece un corso a parte che approfondiva lo studio dello xilofono e del canto, fatto per 2 anni.
In 5° elementare ho fatto invece un anno di saxophone abbandonando poi lo strumento in quanto non lo riconoscevo come mio.
In prima media ho iniziato pianoforte con l’indirizzo musicale e batteria da autodidatta, che porto ancora avanti.
Oggi frequento un liceo musicale, un luogo di “diversi” come me, mi trovo bene e sono felice di frequentare questa scuola anche se a tratti impegnativa.
Durante questi anni di cambiamenti sto conoscendo un lato più oscuro e triste di me stesso, un lato dalla quale riesco però a prender ispirazione e grazie alla quale riesco a suonare con più passione.
La strada della mia esistenza è ancora lunga (come lo è quella che mi porterà al definirmi un pianista formato), ma son certo che la musica mi accompagnerà nel percorrerla.
Io studio musica perché sin da quando ho iniziato a suonare rimango affascinato dal modo in cui la musica mi possa trasmettere emozioni forti e portarmi con sé nel suo mondo segreto. Quando suono in pubblico mi affascina l’ambiente di tensione che precede un’esecuzione e il sentimento di soddisfazione e sollievo alla fine del concerto dopo aver sentito i fragorosi applausi del pubblico. In questo modo la musica ci aiuta a controllare anche le nostre emozioni per non farci sopraffare e poter godere in armonia della magica atmosfera che la musica ci regala.
Un’altro tema che mi attira della musica è la composizione. Iscrivendomi a questa scuola infatti voglio soprattutto saziare la mia sete di curiosità e capire come si fa a scrivere i propri sentimenti su un pezzo di carta e trasmetterli al pubblico. Vorrei imparare a scrivere delle note su un pentagramma che possano fare da tramite fra me e gli altri. In questo senso la musica la vedo come una poesia in cui le note sono le parole e attraverso esse l’autore trasporta i suoi pensieri e li fa volare. Quindi imparare musica significa imparare un linguaggio universale che non può essere fermato da nessuna barriera.
Leggendo vari commenti, concordo dicendo che ho sentito molte volte dire “e tu fai musica non fai niente”, ” Fai il liceo musicale, fai solo musica e non fai più niente”. Questo fatto mi urta abbastanza perché sembra che quelle persone che vanno al liceo o al Conservatorio vanno lì solo per suonare e poi non fanno più niente. Ma questo non è vero! Noi qui al liceo, oltre a studiare l’ambito musicistico, è un liceo, dove si studiano materie dove tutti fanno, come matematica, italiano… In più, inoltre, prendiamo un altro impegno nella nostra vita quotidiana, facendo lezione di strumento nel pomeriggio. Insomma il liceo musicale è un liceo come tutti gli altri, ma anche diverso perché sei immerso nel mondo della musica.
Perché studiare musica?
Secondo me é una faccenda personale,
C’è chi lo fa per trovare un lavoro che gli piace oppure per diventare famoso.
Io studio musica perché mi porta molte soddisfazioni.
Per esempio quando partecipi a un saggio o un concerto, ho un po’ di ansia, ma dopo tutto il patatrac é divertente pensare che hai suonato te e che hai suonato bene, grazie all’allenamento e allo studio.
Sono soddisfazioni molto importanti queste perché ti fanno star felice, pensando a quanto ti sei impegnato sullo strumento e sullo spartito.
Dopo aver letto questo commento mi sono accorta di non aver mai pensato a perché suono uno strumento o perché si studia musica, quindi adesso cercherò di rispondere.
Nella mia esperienza ho sempre detto che suonavo il pianoforte perché mi piaceva…anzi all’inizio non mi piaceva neanche l’idea di iniziare a suonare uno strumento musicale, ma grazie a mio fratello ho cambiato la mia idea.
Da quando ho iniziato a suonarlo a sei anni non ho più smesso, è diventata da un semplice divertimento ad una vera e propria passione, ogni volta che posiziono le dita sui tasti del piano entro come in un mondo tutto mio dove posso esprimermi e sfogarmi senza dover per forza piangere o arrabbiarmi. In più da quest’anno ho iniziato a cantare ma cantare in modo serio! Devo ammetterlo…mi piace un sacco, mi è sempre piaciuto ma ora è diventato parte del mio DNA. Non so ancora se la musica diventerà il mio futuro, ma sicuramente ne farà parte e ne sono nettamente sicura.
E parlando del lavoro, dopo questa lettura mi sono chiesta “ma veramente le persone sono così ignoranti da pensare che intraprendere una carriera musicale non sia un vero lavoro?”
la musica può diventare un lavoro e per quello servono molti anni di studio, in più bisogna che le persone eliminino questi stereotipi dalla testa, perché sono i musicisti che creano la musica che loro ascoltano.
Un mio altro pensiero è su quello che può fare la musica nella nostra vita. Parlo per mia esperienza…la musica mi aiutato e non poco ma tanto, anzi tantissimo. Ho avuto un periodo della mia vita molto brutto a causa di svariati motivi, tra cui la morte di mio fratello, che anche lui suonava il pianoforte e che mi ha dato l’ispirazione di suonarlo pure io. Ho continuato a suonarlo anche per lui, che sarebbe stato molto fiero di me, o almeno così penso. In oltre sempre in quel periodo la musica, questa volta intendo ascoltarla, mi ha salvato. Mi ha salvato perché ogni volta che mi sentivo triste (e se dico triste intendo molto ma molto triste) mi mettevo seduta o allungata per terra guardando il soffitto e ascoltando la musica, liberandomi di tutti i pensieri brutti che avevo nella testa…penso che senza la musica adesso non sarei qui.
Perchè studiare musica? Ogni volta che i miei amici mi chiedono perchè studio musica rispondo sempre: “perchè mi piace” come fanno la maggior parte delle persone che suonano uno strumento; ma ovviamente c’è molto di più… Io iniziai a suonare a 8 anni e quando mi posero la domanda “che strumento vuoi suonare” io risposi subito la chitarra perchè la suonava mio fratello e volevo suonarla con lui però quando mio padre mi iscrisse decise di iscrivermi al corso di clarinetto e non di chitarra. Adesso ringrazio mio padre di aver deciso di avermi iscritto al corso di clarinetto perchè il clarinetto ormai fa parte delle mie giornate ed è una cura da tutti i problemi; sono triste? suono il clarinetto; sono arrabbiata? mi distraggo suonando il clarinetto; sono stressata? suono il clarinetto, ecc… Il mio clarinetto se fosse una persona può dire di aver visto tutte le sfaccettature del mio carattere e non scherzo. Oltre ad essere una cura la musica e suonare uno strumento ti lascia esperienze soddisfazioni che rimarranno per sempre e inoltre grazie all’esperienze che ho fatto sono riuscita a sconfiggere alcune mie paure ed insicurezze… Non so cosa farò dopo il liceo ma so per certo che continuerò a suonare il mio strumento perchè ormai è diventato parte di me.
Perché studi musica? Può sembrare una domanda così banale ma in realtà trovare una risposta è molto difficile. Purtroppo non sono cresciuta in una famiglia appassionata di musica, infatti questa cosa ha influenzato molto sulle mie competenze musicali, perché ho iniziato tardi ad avvicinarmi alla musica. Tutto iniziò in quinta elementare quando con la scuola andammo al teatro a vedere l’opera della “Turandot” e io me ne innamorai così tanto da passare le mie giornate a saltellare per casa cantando tutti i brani dell’opera.
Poi passarono anni e anni e niente la musica non era nei miei pensieri fino alla seconda media dove mi innamorai della canzone “Sola” di Nina Zilli che cantavo in continuazione. Quindi con mia madre decisi di iniziare a prendere qualche lezione privata di canto. Iniziai con una signora con cui però feci solo 4 lezioni perché non mi trovavo per nulla bene. Però poi trovai la scuola di musica “il pentagramma” dove decisi di iscrivermi e quella fu la decisione migliore che feci in tutta la mia vita, lì apparte capire quello che provavo davvero per la musica trovai anche delle persone magnifiche che ora sono la mia seconda famiglia. Poi ci fu la scelta della scuola superiore e io avevo già le idee chiare volevo fare il liceo musicale! Avevo molto ansia per l’esame d’ammissione perché non avendo mai studiato musica non sapevo nulla al riguardo però mi misi sotto con lo studio. E passai l’esame tranquillamente. Inizio la scuola e fin dal subito momento capi che avevo fatto la scelta giusta, mi trovavo molto bene con tutti. E nemmeno dopo un mese eravamo già una grande famiglia che condivideva la passione per la musica. Poi purtroppo per problemi familiari mi dovetti trasferire da Pisa a Bergamo. E quel periodo fu molto difficile per me perché avevo molto paura di non trovarmi bene come nella vecchia scuola ma nemmeno passata una settimana questa paura scoparse perché trovai dei ragazzi fantastici che mi stanno vicino ogni giorno. Ad oggi sono ancora al primo anno di liceo e quindi le idee sul mio futuro sono ancora molto confuse, ma so di certo che nel mio futuro ci sarà la musica a tutti costi. La parola “futuro” mi fa molta paura perché non so cosa aspettarmi dal futuro ma l’importante è che ci sia la musica con me.
Perché studio musica? La mia famiglia è sempre stata molto legata alla musica, molti dei miei famigliari sono infatti musicisti o hanno imparato a suonare uno strumento, quindi il mio interesse verso essa è nato dal fatto che io volevo un modo per poter essere ancora più vicina a loro.
Quindi è proprio per questo che studio la musica, mi permette di non essere sola e di avvicinarmi ad altre persone, mi ha arricchito di esperienze ed emozioni nuove sin da una giovane età.
La musica per me è un po’ un paradosso, la studio anche per questo motivo; è uno dei pochi posti dove mi sento accettata e capita, la sua bellezza è immensa e mi lascia a bocca aperta ogni volta che scopro un aspetto diverso di lei ma questo suo fascino a parer mio oltre ad essere affascinante è anche spaventosa.
è il posto dove mi sento più capita ma allo stesso tempo è dove mi trovo più in difficoltà, la sua complessità è una cosa terrorizzante ma che ti sfida a superarla nel modo più adatto secondo te.
La bellezza della musica è così imponente che io mi ritrovo spesso intrappolata in essa, ma allo stesso tempo è uno 9dei pochi modi nel quale io posso esprimermi con libertà.
Ho notato questa cosa: la musica è fatta da contrasti, cosa che si può capire anche solo parlando del suo concetto e di come gli altri la vedono.
è una delle cose più personali che qualcuno può avere ma allo stesso tempo è di tutti, è facile ma allo stesso tempo difficile da capire e da interpretare ed è ha una specie di bellezza così imponente che può spaventare.
Io faccio musica perché è l’unica che mi è sempre rimasta vicina, anche in quei momenti dove litigavamo tanto e capitava di voler mollare. Rispetto a quando ero più piccolo, nel cuore mi sono rimaste canzoni di scarso valore ma appartenenti a situazioni che per me, all’epoca, significava tanto. in quanti si ricordano tutte le parodie delle canzoni più famose uscite a fine 2016? Io le so ancora tutte. La felicità di quei momenti si contrappone al ruolo che la musica ha preso dopo. Quelle lunghissime ore immobile nel letto, senza nessuno con cui parlate. O ancora quelle corse per chiudersi in bagno e isolarsi da tutti. Oppure adesso, quando tutte le sere guardo la luna prima di andare a dormire. La musica è sempre stata lì in tutti quei momenti ed é cresciuta con me. Alcuni dei ricordi migliori degli ultimi anni sono quelli passati da solo, con qualcosa da bere e da fumare e le cuffie con un volume più alto possibile. Vorrei che prima o poi qualcuno, sentendomi suonare, potesse provare lo stesso.
Grazie ragazzi, davvero grazie. Adesso credo di conoscervi un po’ di più e spero tanto mi sia di aiuto. Bellissimo lavoro, fra l’altro inaspettato per come si è sviluppato strada facendo.
Per me studiare musica è un metodo per sfogarmi, di distaccarmi dal mondo e di essere me stesso. Studiare musica per me è anche un metodo per rilassarmi e di calmarmi. Ho incominciato a studiare musica perché mi aveva obbligato mia madre, ma strada facendo mi sono appassionato molto e mi sono legato soprattutto alla chitarra (strumento che suonava mio nonno). Adesso non potrei vivere senza la musica perché ormai è diventata una parte fondamentale della mia vita di cui non posso farne a meno.
la musica è importante nella vita di tutti e anche se qualcuno si sente molto distante da essa, tutti bene o male la usano. basti pensare alle colonne sonore dei nostri film preferiti, le canzoncine che ci facevano cantare da bambini o che si cantano perfino sotto la doccia. per me la musica è importantissima non solo suonata ma soprattutto ascoltata. la musica non si può evitare, c’è sempre è dovunque. anche il silenzio è musica, le pause di un brano aumentano, secondo me, la suspense e le aspettative per il pubblico. la musica è capace anche di trasmettere emozioni. la musica ci dà tanto e noi dovremmo esserne grati.
in questo secondo commento vorrei parlare un po’ più al personale. la musica mi ha aiutato molto nei periodo più difficili della mia vita. io fin da piccolo amavo la musica a tal punto da riuscire quasi a suonare tutto quello che mi si trovava davanti. per questo motivo alle medie ho deciso di iniziare a suonare la tromba. durante il coronavirus ho avuto un periodo difficile dove la stragrande maggioranza del tempo che avevo lo passavo davanti al telefono. la musica in questo periodo mi ha aiutato a dir poco tantissimo. quando iniziavo a suonare non smettevo più.
alla fine della terza media la mia decisione sulla scuola era già sicura. i miei genitori non erano molto convinti della mia scelta, ma, dopo tutto quello che la musica mi ha aiutato a passare, è giusto ringraziarla come si deve.
Bravo! Your post stands out from the rest.NaN